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FRATERNITÀ MISSIONARIA CHIEDE ALLA REGIONE DI FINANZIARE DIECI POZZI IN AFRICA

L’annuncio alla visita di padre Martellozzo al monumento del volontariato a Cadoneghe

FRATERNITÀ MISSIONARIA CHIEDE ALLA REGIONE DI FINANZIARE DIECI POZZI IN AFRICA

Padre Franco Martellozzo al monumento al volontariato di Cadoneghe

Padre Franco Martellozzo, gesuita da oltre sessant’anni missionario nello stato africano del Ciad, ha fatto visita al memoriale dedicato al volontariato e inaugurato il 4 maggio in via Vecellio, a Cadoneghe. Un monumento realizzato su progetto dell’architetto Nicola Visentini, dedicato alla memoria di Dario Bedin, fondatore e presidente dell’associazione Fraternità missionaria, e simbolo che onora l’impegno dei volontari, da porre come esempio e stimolo alle nuove generazioni.

La forma circolare ricorda la costruzione dei pozzi necessari per avere l’acqua pura, fonte di vita, mentre le spighe rappresentano l’aiuto a raggiungere l’autosufficienza alimentare. E proprio riferendosi a questa simbologia padre Martellozzo ha ricordato l’importanza di realizzare pozzi in Africa. «Non solo forniscono acqua potabile – spiega il padre gesuita – ma servono ad abbeverare gli orti, i cui prodotti possono dare una possibilità di vita a villaggi che altrimenti sparirebbero».

Ma cercare l’acqua a 60 metri di profonditàRegione Veneto per chiedere la compartecipazione alle spese per la costruzione di dieci pozzi in Ciad, augurandosi che la domanda venga accolta.

«Le donne – illustra l’associazione – hanno scoperto che la coltura dei legumi non solo permette loro di risolvere il problema del pasto e di eliminare la malnutrizione dei bambini, ma vendendo parte di quanto prodotto possono dare un importante sostegno ai bisogni della famiglia. La donna diventa così protagonista di un miglioramento della vita sociale, economica e culturale: diventa la protagonista della sua emancipazione. Un impegno importante che ci vede presenti, perché il simbolo del pozzo rappresentato dal memoriale non sia solo un ricordo, ma viva ogni giorno nell’aiuto concreto a quella popolazione».

Cristina Salvato

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