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Una cerimonia inusuale
11.09.2024 - 17:43
Immagine di repertorio
Padova - Il 7 giugno, un paio di mesi prima del loro matrimonio, Chiara Bontorin e Jacopo Bonato, una coppia vicentina, hanno inviato un messaggio inaspettato ai loro amici e ospiti delle nozze: "Portate la vostra carta d’identità, presentatevi a questo indirizzo e preparatevi per rimanere alcune ore senza telefono ed effetti personali". L'indirizzo indicato era quello del carcere Due Palazzi di Padova, dove i due promessi sposi, con l'aiuto del cappellano don Marco Pozza, avevano organizzato una giornata speciale insieme a tre detenuti che stanno scontando pene particolarmente gravi, tra cui anche l'ergastolo.
Chiara e Jacopo hanno partecipato lo scorso anno ad alcuni incontri con don Marco Pozza, parroco della casa circondariale, instaurando con lui un rapporto di amicizia. Jacopo Bonato racconta che, dopo aver deciso di sposarsi, hanno voluto coinvolgere l'amico curato. Non avendo problemi economici e disdegnando l'idea di ricevere grandi regali o buste contenenti freddo denaro, hanno voluto fare qualcosa per gli altri e lasciare il segno nel loro grande giorno. Anche una donazione alla onlus di turno sembrava un gesto sterile, da qui la bizzarra idea di una cerimonia "al fresco".
Il 24 agosto, giorno del loro "sì" pronunciato nella chiesetta Torre a Romano d’Ezzelino (Vicenza), Chiara e Jacopo hanno regalato ai loro invitati una bomboniera da vivere. Gli ospiti, tra cui il sindaco di Romano d’Ezzelino, Simone Bontorin, hanno trascorso mezza giornata all'interno del carcere Due Palazzi, ascoltando le storie dei detenuti e pranzando con loro. Bonato si è detto stupito della grande affluenza, con ben 70 persone che hanno sacrificato volentieri la propria agenda per la coppia, vivendo con loro un momento bellissimo e carico di emotività.
Le reazioni degli invitati sono state varie. Tra chi ha espresso gratitudine e gioia, chi stupore per i percorsi di vita che hanno condotto alcuni dei detenuti incontrati dietro le sbarre e chi ha detto che spera di rivivere in futuro un'esperienza simile, l'obiettivo della coppia di smuovere gli animi dei presenti è stato centrato. La coppia ha voluto regalare un momento di educazione civica, far conoscere una realtà di cui si ha coscienza solo attraverso i media che, secondo Chiara e Jacopo, ne danno una visione distorta.
Tra gli invitati che hanno partecipato all’esperienza c’era anche Simone Bontorin, amico dei coniugi e sindaco di Romano d’Ezzelino, che ha sposato la coppia. Il primo cittadino ha definito l'esperienza "significativa e profonda", non nascondendo la sorpresa che ha provato quando la coppia ha espresso la singolare richiesta. Si sarebbe aspettato, al massimo, di realizzare le bomboniere nel laboratorio di pasticceria del carcere, ma non di certo di trascorrere una giornata all’interno della casa circondariale.
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