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Cultura. L'intervista

“Treviso ha molto, vanno solo tracciate politiche culturali di ampio respiro”

Maria Teresa De Gregorio, l’assessora apprezzata anche dalle opposizioni

“Treviso ha molto, vanno solo tracciate politiche culturali di ampio respiro”

L'assessora alla cultura del Comune di Treviso Maria Teresa De Gregorio

Con Ca’ Foscari sta individuando i percorsi da sviluppare nel piano di marketing territoriale che partirà dal prossimo giugno. Il suo sogno? Coltivare l’esistente sviluppando percorsi di governance grazie anche all’avvio di importanti collaborazioni sia regionali che nazionali

Dall’inizio dell’anno è titolare di alcune delle deleghe più strategiche per il capoluogo della Marca: cultura, musei, biblioteche, turismo e marketing territoriale. Ed è proprio su quest’ultimo che Maria Teresa De Gregorio sta lavorando per predisporre un piano a lungo termine – la cui bozza, “Cultura Turismo 360”, è stata presentata a luglio in commissione – per la valorizzazione di Treviso.

De Gregorio, a che punto è il piano?

“Ci siamo rivolti al dipartimento di Management dei beni culturali dell’Università di Ca’ Foscari, in particolare al professor Francesco Casarin, esperto di marketing territoriale e di economia della cultura e del turismo. Stiamo formalizzando il rapporto. Attraverso analisi e ricerche capiremo innanzitutto qual è il tessuto cittadino, per poi individuare i percorsi da sviluppare. Quello che di fatto già c’è, dando però un’offerta maggiore e migliore. Dalla fotografia della realtà si capirà quali sono le vocazioni e le richieste di questo territorio. Non sarà un piano per sanare una situazione che problematica non è, ma per attrarre e affinare l’offerta”.

Quali sono i tempi?

“Il cronoprogramma prevede sei-otto mesi di ricerca da parte di Ca’ Foscari, quindi a giugno del 2025 sarà pronto per essere sviluppato. Verranno affrontati molteplici aspetti, che vanno oltre quello turistico-culturale, intersecando anche le competenze di altri assessorati con cui ci troveremo a fare un’analisi comune”.

L’idea del piano ha già ricevuto anche il plauso delle opposizioni, solitamente abbastanza critiche quando sul piatto c’è la cultura.

“Perché non si tratta di una visione politica, ma di un metodo per agire attraverso la lettura delle necessità e delle potenzialità di un territorio e di come poterle migliorare. Questa è una città con una vocazione, con caratteristiche e peculiarità da cui partire. Viene apprezzato? Sono contenta, perché lavorare col buon senso, in sintonia e in armonia a favore della comunità è sempre auspicabile”.

Si è insediata quasi nove mesi fa. Ci fa un primo bilancio?

“Sto lavorando al bilancio del primo anno e al momento posso dire cosa ho trovato. Ossia una città già ben strutturata, con una serie di iniziative e manifestazioni culturali avviate da chi mi ha preceduto, che coprono tutti gli ambiti grazie a un’offerta ben differenziata. Credo ci sia poco da aggiungere, anche se tutto si può sempre migliorare e siamo aperti a tutte le proposte. Parallelamente sto cercando di definire un sistema cultura cittadino che si configuri in due grandi aree. La prima è quella dei beni e del patrimonio culturale, che comprende in primis i Musei Civici ma anche il sistema ecclesiastico e le istituzioni, da Fondazione Benetton a Imago Mundi al Museo Nazionale Collezione Salce, con cui abbiamo già iniziato a fare un lavoro di sistema. Basti pensare alla notte dei musei e alle prossime giornate europee del patrimonio, in programma il 28 e 29 settembre. L’altro ambito è quello delle attività culturali e dello spettacolo, festival compresi. Due grandi ambiti che insieme costituiscono la cultura di Treviso”.

Qual è l’obiettivo?

“ Di fronte a una realtà già così ricca, spero di riuscire a sviluppare alcuni percorsi di governance culturale, grazie da una parte al piano strategico cultura-turismo e dall’altra all’avvio di alcune collaborazioni con importanti istituzioni culturali regionali e anche di più. Quindi coltivare l’esistente e tracciare parallelamente delle linee di politica culturale un po’ più di ampio respiro. Questo è il mio sogno e il mio programma. Alla scadenza del primo anno spero di portare i risultati concreti”.

La mostra “Donne in scena” allestita a Santa Caterina si è appena chiusa, in proroga. È stata la sua prima mostra ed è stata un successo.

“Ho solo avuto la fortuna di inaugurarla, era già tutto predisposto grazie al direttore Malachin e alla struttura. Una mostra nata e pensata completamente all’interno dei Musei Civici. Ha fatto il botto, coronando un percorso. Purtroppo i prestiti andavano restituiti, altrimenti avremmo continuato a tenerla aperta, considerato che il pubblico c’è stato fino all’ultimo giorno, Ferragosto compreso. Con aperture serali ed eventi collaterali che hanno reso il museo un luogo frequentabile, un luogo vivo”.

A quando la prossima mostra?

“Nel 2025, con qualcosa di altrettanto bello. Ora è il momento degli eventi”

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