Cerca

Test Miles 33

Scopri tutti gli eventi

EVENTI

Ambiente

"Salvate il cimitero dei burci"

Oltre 4mila firme in pochi giorni per chiedere di fermare il deterioramento del sito storico e archeologico

"Salvate il cimitero dei burci"

Il cimitero dei burci

I relitti delle imbarcazioni fluviali da trasporto merci, abbandonate nel corso del fiume tra Silea e Casier, “sono oggetto di un progressivo inarrestabile deterioramento che porterà inesorabilmente a scomparire dalla vista”

Il 9 settembre Gigi Calesso – navigato politico cittadino, esponente di Coalizione Civica – ha  lanciato su Change.org una petizione che nel giro di pochissimi giorni è riuscita a raccogliere ben oltre quattromila firme.

Si tratta di un appello, indirizzato al presidente della Regione Luca Zaia e al presidente del Parco del Sile Arturo Pizzolon, affinché venga avviato un intervento di conservazione per salvaguardare ciò che ancora resta di uno dei patrimoni storico-archeologici più importanti e visitati del territorio: il cimitero dei burci.

I relitti delle imbarcazioni fluviali da trasporto merci, abbandonate nel corso del fiume tra Silea e Casier, “sono oggetto di un progressivo inarrestabile deterioramento che porterà inesorabilmente a scomparire dalla vista”. Acqua e agenti atmosferici stanno degradando i burci, che andrebbero tutelati “con trattamenti che ne favoriscano la conservazione” perché “parlano della storia del Sile, delle comunità civili che vi si affacciano, delle attività economiche che hanno caratterizzato il corso del fiume nel Novecento”.

Calesso e i cittadini che hanno sottoscritto l’appello chiedono anche che il sito archeologico venga valorizzato grazie a strumenti di marketing territoriale. Del resto, non a caso è uno dei luoghi del cuore del Fai. Non c’è itinerario di Treviso che non proponga una passeggiata fino a lì. E infatti è una delle tappe più suggestive e ammirate dai turisti che ogni anno – anzi, ogni giorno – percorrono la Greenway a piedi o in biciletta e quando arrivano alla passerella in legno che unisce Silea a Casier si affacciano con curiosità, mentre anatre selvatiche e cigni sostano sui relitti. Non c’è appassionato di fotografia che abbia resistito al desiderio di uno scatto. Per un territorio che sta cercando di scommettere proprio sul turismo forse la tutela della propria storia è un capitolo al quale non è possibile rinunciare.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edizione