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Sicurezza in crisi

Carcere di Venezia: richiesta urgente di aumento degli agenti penitenziari

Il sindacato USPP denuncia sovraffollamento e condizioni critiche per il personale della polizia penitenziaria, chiedendo investimenti e una più adeguata gestione dei detenuti problematici

USPP

I sindacalisti di USPP

Il carcere di Santa Maria Maggiore è al centro di una denuncia lanciata dall’Unione Sindacati di Polizia Penitenziaria (USPP), che ha evidenziato la necessità di potenziare il numero di agenti e incrementare gli investimenti per migliorare le condizioni di lavoro del personale. “La struttura versa in una situazione di forte criticità a causa della carenza di personale, che impedisce agli agenti di operare in condizioni adeguate e di garantire la sicurezza”, ha dichiarato il Presidente dell'USPP Giuseppe Moretti, in visita al carcere veneziano insieme al Segretario Nazionale Leo Angiulli e al Vice Segretario Umberto Carrano.

Moretti ha elogiato l’impegno del direttore del carcere, che in pochi mesi ha avviato importanti progetti di riqualificazione degli spazi esterni e della caserma degli agenti. Tuttavia, ha sottolineato come il sovraffollamento e la presenza di detenuti con problemi di adattamento sociale e psichiatrici, spesso causa di disordini e aggressioni, rendano impossibile operare in sicurezza.

Numeri preoccupanti
Secondo il Segretario Regionale Leo Angiulli, i dati parlano chiaro: dall’inizio dell’anno, si sono verificati 19 episodi di aggressione e 57 eventi critici all’interno della struttura. “Il problema si aggrava con la logistica del carcere, situato in una zona che rende complicate le traduzioni via mare, con rischi aggiuntivi anche in caso di ricoveri ospedalieri”, ha aggiunto Angiulli.

Carichi di lavoro insostenibili
Il carcere attualmente ospita 253 detenuti, ben oltre la sua capacità massima di 150, mentre l’organico della polizia penitenziaria conta 123 unità, un numero insufficiente rispetto alle esigenze operative, considerando anche il personale navale e del nucleo speciale. Questo squilibrio costringe gli agenti a turni prolungati, compressione dei congedi e difficoltà nel garantire la sicurezza quotidiana.

Le richieste dell’USPP
Tra le priorità indicate dall’USPP vi è la necessità di ridurre la presenza di detenuti problematici, che ostacolano lo sviluppo di attività di reinserimento sociale come il lavoro esterno. Secondo Moretti, per migliorare la situazione sarebbe fondamentale diminuire il sovraffollamento, separare la gestione del reparto navale da quella della polizia penitenziaria, e adottare una più attenta selezione dei detenuti destinati alla struttura.

In conclusione, il sindacato sollecita interventi urgenti, affinché il carcere di Santa Maria Maggiore possa operare in condizioni di sicurezza adeguate per il personale e garantire un’efficace rieducazione dei detenuti.

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