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Burocrazia bloccata
21.09.2024 - 16:48
Immagine di repertorio
Le aziende venete del settore costruzioni si trovano davanti a un nuovo ostacolo. Dal 1° ottobre, oltre 66.355 imprese del comparto casa saranno obbligate a richiedere la patente a crediti, uno strumento introdotto per prevenire il lavoro irregolare e aumentare la sicurezza nei cantieri temporanei e mobili. Tuttavia, la mancanza di chiarezza normativa e i ritardi burocratici stanno creando un clima di incertezza, soprattutto per le imprese artigiane più piccole.
Mancanza di istruzioni e ritardi nella piattaforma digitale
Nonostante la normativa sia stata approvata da più di quattro mesi, l'attuazione pratica si sta rivelando un vero e proprio caos. A dieci giorni dall'entrata in vigore, la piattaforma digitale necessaria per presentare le domande non è ancora disponibile. Solo ieri, il decreto attuativo è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale, ma l'Ispettorato Nazionale del Lavoro non ha ancora emesso la circolare esplicativa che chiarisca i dettagli operativi per ottenere la patente. Un ritardo che sta causando preoccupazione e disorientamento tra le imprese, in particolare quelle artigiane che spesso devono affrontare questi nuovi adempimenti senza personale di supporto.
Piccole imprese e artigiani in difficoltà
Tra le imprese coinvolte, oltre il 40% sono piccole attività artigiane senza dipendenti. Per questi lavoratori autonomi, spesso di origine straniera, il nuovo obbligo rappresenta un notevole peso burocratico. Molti dovranno rivolgersi a consulenti esterni, come tecnici per la sicurezza e commercialisti per dimostrare la regolarità fiscale, aumentando così i costi operativi. Nonostante l'invito della CGIA di Mestre a posticipare l'obbligo, il Ministero del Lavoro ha finora escluso questa possibilità, anche se si spera in una fase di accompagnamento fino alla fine dell'anno.
La sicurezza nei cantieri: tra patente a crediti e controlli effettivi
La patente a crediti mira a semplificare i controlli sui cantieri, ma secondo la CGIA non sarà sufficiente a ridurre significativamente il numero di infortuni e decessi sul lavoro. Nel settore delle costruzioni, il rischio di incidenti rimane elevato, e la chiave per una vera riduzione delle "morti bianche" dovrebbe risiedere in un aumento dei controlli concreti, piuttosto che nella sola verifica formale della documentazione. Gli incidenti gravi spesso derivano da situazioni di rischio evidenti, come impalcature non ancorate correttamente o la mancanza di barriere di sicurezza.
Un 2024 in lieve miglioramento, ma le morti sul lavoro restano un dramma
Nei primi sette mesi del 2024, in Veneto si sono registrati 37 decessi nei luoghi di lavoro, 14 in meno rispetto allo stesso periodo del 2023. Tuttavia, la situazione rimane critica, con la provincia di Verona che conta 11 morti dall'inizio dell'anno, seguita da Venezia con 10 e Padova con 9. I cantieri continuano a rappresentare uno dei settori più pericolosi, con incidenti causati da cadute dall'alto, seppellimenti durante lavori di sbancamento e soffocamenti in ambienti confinati.
Un sistema a punti per le imprese
Il sistema della patente a crediti prevede una base iniziale di 30 punti per ogni impresa. In caso di incidenti o violazioni delle norme di sicurezza, i punti verranno decurtati, fino alla sospensione dell'attività in caso di grave mancanza. Il sistema è pensato per responsabilizzare le imprese, ma richiede una gestione amministrativa che, per molte piccole aziende, rappresenta un ulteriore carico di lavoro.
A pochi giorni dall'entrata in vigore della patente a crediti, il settore delle costruzioni in Veneto si trova in una situazione di grave incertezza. La lentezza della burocrazia rischia di mettere in difficoltà migliaia di imprese, mentre resta aperto il dibattito sull'efficacia di questa misura nel garantire una maggiore sicurezza nei cantieri.
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