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Allarme lupi
27.09.2024 - 11:39
La recente decisione dell'Unione Europea di declassare il lupo da "strettamente protetto" a "protetto" ha sollevato un acceso dibattito tra agricoltori e associazioni animaliste. La proposta, avanzata dalla Commissione UE alla fine del 2023 e approvata dai rappresentanti permanenti dei 27 Stati membri riuniti nel Coreper, ha visto l'Italia, che ospita la più numerosa popolazione di lupi in Europa, votare a favore. Quattro paesi si sono astenuti: Cipro, Slovenia, Malta e Belgio.
Gli agricoltori, rappresentati da Coldiretti, hanno accolto con favore la misura, sottolineando la necessità di proteggere gli allevamenti e le comunità rurali dalle predazioni dei lupi. Coldiretti ha dichiarato che ora bisogna salvare le migliaia di pecore e capre sbranate, mucche sgozzate e asinelli uccisi lungo tutta la penisola. L'associazione ha evidenziato come il lupo non sia più in pericolo e come il vero rischio oggi sia la scomparsa della presenza umana nelle montagne e nelle aree interne, con conseguente degrado ambientale e aumento del rischio di frane e alluvioni.
Dall'altro lato, le associazioni animaliste, tra cui Legambiente e ENPA, hanno criticato aspramente la decisione. Legambiente ha definito la misura un grave errore e un duro colpo per la tutela di questa specie, mettendo in guardia sui rischi per la coesistenza tra uomo e grandi carnivori. ENPA ha parlato di una decisione semplicemente vergognosa, accusando la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, di aver agito per vendetta personale dopo che un lupo aveva ucciso il suo pony, privo di adeguate protezioni.
La decisione di declassare il lupo ha suscitato reazioni contrastanti. Da un lato, gli agricoltori vedono in questa misura una possibilità di difendere i propri allevamenti e le proprie comunità rurali. Dall'altro, le associazioni animaliste temono che questa decisione possa mettere a rischio la sopravvivenza del lupo e compromettere la coesistenza tra uomo e grandi carnivori. La questione è complessa e richiede un equilibrio tra la protezione degli animali e la salvaguardia delle attività agricole e delle comunità rurali.
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