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Disturbi alimentari nei giovani: l'importanza della terapia familiare

In Veneto, i disturbi alimentari colpiscono sempre più giovani. La terapia familiare emerge come chiave di intervento

Disturbi alimentari nei giovani: l'importanza della terapia familiare

I disturbi alimentari tra i giovani rappresentano una sfida crescente e complessa. In Veneto, la situazione è particolarmente preoccupante: si contano circa mille ricoveri e tremila persone in trattamento per patologie come anoressia nervosa, bulimia e alimentazione incontrollata. Marco Bortolamasi, psichiatra e primario della Casa di Cura Villa Santa Chiara, sottolinea come le richieste d'aiuto nel veronese siano aumentate del 20% a causa delle conseguenze psicologiche della pandemia di COVID-19. Un dato allarmante è l'abbassamento dell'età di esordio, che ora si attesta tra gli 11 e i 13 anni, con il rischio che possa scendere ulteriormente.

La Casa di Cura Villa Santa Chiara, convenzionata con il Centro Regionale DCA presso il Policlinico di Borgo Roma, dispone di otto posti letto dedicati al trattamento di questi disturbi, occupati principalmente da ragazze tra i 13 e i 14 anni. Tuttavia, Bortolamasi avverte che anche tra i giovanissimi maschi i disturbi alimentari sono in aumento, accompagnati da un preoccupante abbassamento dell'età. Questo scenario solleva interrogativi sulle strategie terapeutiche più efficaci e sul ruolo cruciale che i genitori possono svolgere nel processo di guarigione.

In risposta a queste sfide, Villa Santa Chiara ha organizzato il convegno "Disturbi alimentari tra i giovani: presa in cura del sistema familiare". Maria Zaccagnino, direttrice scientifica del Centro di Terapia EMDR per l'Anoressia di Milano, ha spiegato che includere i genitori nel percorso terapeutico non significa solo supportare il singolo paziente, ma intervenire sull'intero sistema familiare. 

Ridurre il problema al semplice "non mangia perché vuole essere magra" è una visione superficiale. È fondamentale comprendere il significato profondo del disturbo alimentare, che spesso rappresenta un dolore che necessita di essere affrontato e curato. Alessandra Minelli, docente di psicobiologia all'Università di Brescia, sottolinea che il trattamento dei pazienti affetti da disturbi alimentari, soprattutto nei casi di maggiore gravità, non può prescindere dal contributo di una rete composta da professionisti altamente specializzati e dalle famiglie stesse. Un approccio che includa anche il contesto familiare è una delle chiavi per affrontare in modo efficace questi disturbi.

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