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Emergenza finanziaria
09.10.2024 - 09:40
Municipio di Este
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza rappresenta una delle più grandi opportunità di investimento per i Comuni italiani, ma per molti municipi veneti si sta trasformando in una sfida complessa e rischiosa. I fondi promessi dai ministeri arrivano con il contagocce, lasciando i Comuni a fronteggiare un'emergenza finanziaria che potrebbe compromettere la realizzazione di progetti cruciali per lo sviluppo locale.
Matteo Pajola, sindaco di Este, esprime un misto di orgoglio e preoccupazione. Il suo Comune, secondo solo a Padova per i finanziamenti ricevuti, ha anticipato oltre 20 milioni di euro per progetti ambiziosi come un teatro avveniristico e una pinacoteca. Tuttavia, il rischio che tutto salti è palpabile. A San Giorgio delle Pertiche, il sindaco Daniele Canella ha già speso più di due milioni e mezzo di euro, ma ha ricevuto solo 400 mila euro dai ministeri. Senza un rapido saldo, i lavori potrebbero fermarsi, portando il Comune verso il pre-dissesto.
I sindaci veneti si trovano a destreggiarsi tra tagli lineari e emergenze finanziarie, con il Pnrr che rischia di diventare un colpo di grazia. Con oltre 27 mila interventi previsti e 1,6 miliardi di investimenti complessivi, i Comuni hanno già anticipato circa 500 milioni di euro, ma ne hanno ricevuto solo il 10%. La mancanza di liquidità per saldare i cantieri è un problema diffuso, con tempi contingentati che, se non rispettati, potrebbero portare alla perdita dei fondi europei.
Giovanni Battista Mestriner, sindaco di Scorzè, ha deciso di aprire un finanziamento con la Cassa Depositi e Prestiti per pagare le ditte, a causa della burocrazia ministeriale che rallenta i processi. Ogni ministero ha una propria modulistica, e in alcuni casi, anche all'interno dello stesso ministero, ci sono differenze che complicano ulteriormente il lavoro dei tecnici comunali.
Le città più grandi, come Padova, riescono a gestire meglio la situazione grazie a un buon flusso di cassa. Tuttavia, anche qui si pensa già a soluzioni di emergenza, come l'attivazione di mutui flessibili con la Cassa Depositi e Prestiti. Il sindaco di Treviso e presidente dell'Anci, Mario Conte, critica il sistema attuale, sottolineando come i Comuni siano costretti a fare da cassa allo Stato, pagando interessi su fondi che spettano loro di diritto.
I ritardi nei pagamenti del Pnrr hanno un impatto diretto sui cittadini. Andrea Micalizzi, vice sindaco di Padova, spiega che i cantieri aperti sono impattanti, ma con rapporti economici corretti si possono trovare soluzioni per mitigare i disagi. Tuttavia, senza un miglioramento della situazione, questa leva rischia di scomparire, con conseguenze negative per le comunità locali.
Le ultime speranze sono riposte nel decreto omnibus, che prevede che i ministeri saldino i lavori rendicontati entro 30 giorni. Tuttavia, per renderlo operativo, è necessario un ulteriore decreto del Ministero dell'Economia e delle Finanze, con un termine di 60 giorni per la sua attuazione. L'Anci è in attesa di un incontro con la Ragioneria dello Stato per cercare di trovare una soluzione, ma l'orizzonte per i Comuni rimane incerto.
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