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Treviso e il dilemma del Calmaggiore: negozi chiusi e sfide per il futuro

La crisi del Calmaggiore a Treviso: negozi chiusi, critiche all'amministrazione e proposte per rivitalizzare il centro storico

Treviso e il dilemma del Calmaggiore: negozi chiusi e sfide per il futuro

Calmaggiore Treviso

A Treviso, il Calmaggiore, un tempo vivace arteria commerciale, oggi si presenta con un volto diverso, segnato da serrande abbassate e vetrine vuote, che raccontano una storia di declino che preoccupa cittadini e amministratori. La questione è diventata centrale nel dibattito politico locale, con l'opposizione che accusa l'amministrazione di immobilismo e mancanza di visione.

Franco Rosi, esponente di Treviso Civica, ha espresso critiche al sindaco Mario Conte e alla sua giunta, citando come esempio l'ex sindaco Gentilini, che almeno aveva avuto il coraggio di affrontare il progetto del PUT. Rosi si concentra sullo svuotamento del Calmaggiore e di altre zone della città, dove il numero di negozi chiusi continua a crescere, sottolineando che la soluzione non risiede solo nell'attrarre nuovi commercianti, ma nel rendere la città un luogo dove le persone vogliano vivere e lavorare. A suo avviso, se ci fossero più residenti e lavoratori in città, anche i negozi di vicinato ne beneficerebbero.

Stefano Pelloni, capogruppo del PD a Palazzo dei Trecento, condivide le preoccupazioni di Rosi e insiste sulla necessità di incentivare la residenzialità nel centro storico. Critica le politiche attuali, che sembrano privilegiare l'apertura di nuovi supermercati, danneggiando i piccoli negozi, schiacciati dalla concorrenza della grande distribuzione. Gigi Calesso, leader di Coalizione Civica per Treviso, ha evidenziato la portata del problema, sottolineando che su 46 vetrine affacciate sul Calmaggiore, quasi una decina sono chiuse.

Il sindaco Mario Conte ha chiesto ai proprietari immobiliari di ridurre i canoni d'affitto, ma per l'opposizione questa misura è insufficiente. Rosi e altri esponenti chiedono interventi straordinari per affrontare una situazione straordinaria, proponendo il miglioramento della qualità della vita e dei servizi, incluso il trasporto pubblico, per rendere la città più attrattiva e vivace.

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