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Salute mentale

Disagio mentale giovanile in Veneto: Bigon (Pd) denuncia un ritardo negli investimenti

Aumento allarmante dei disturbi mentali tra i giovani, con il Veneto che fatica a garantire le strutture necessarie

anna maria bigon

Anna Maria Bigon

“I dati forniti dalla Regione parlano chiaro: il disagio mentale tra i giovani è in aumento preoccupante dopo la pandemia.” Così ha dichiarato Anna Maria Bigon, consigliera regionale del Partito Democratico, evidenziando l'incremento degli atti di autolesionismo, che sono aumentati del 5,7% tra i ragazzi e del 16,9% tra le ragazze nel biennio 2020-2022 rispetto al triennio precedente.

In Veneto, i tassi di suicidio, considerati tra le principali cause di morte giovanile, raggiungono il 7 per 100.000 abitanti, con una maggiore incidenza nelle aree delle Ulss 1 e 7. Inoltre, i disturbi alimentari continuano a crescere: gli utenti seguiti sono passati da 2.225 a quasi 3.000 dal 2018 al 2023.

Un'indagine recente di Terre des hommes ha rilevato che le ragazze tra i 14 e i 26 anni mostrano tassi allarmanti di disagio nei rapporti familiari e nella percezione del proprio corpo. “Nonostante queste evidenze, gli investimenti e le strutture in Veneto rimangono insufficienti,” ha continuato Bigon.

La consigliera ha sottolineato la necessità di interventi tempestivi, dalla fornitura di pasti assistiti alla prevenzione nelle scuole e al supporto psicologico. Attualmente, il Veneto è penultimo tra le Regioni italiane per spesa pro capite nella salute mentale, con soli 46,18 euro. “È urgente aumentare le risorse per il personale psichiatrico e infermieristico. Inoltre, c'è una grave mancanza di posti letto, in particolare per la neuropsichiatria infantile, dove solo 26 dei 54 previsti sono operativi. Questo costringe molti giovani a essere ricoverati in reparti per adulti, una situazione del tutto inadeguata per la loro assistenza,” ha concluso Bigon.

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