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Sicurezza
11.10.2024 - 11:47
Capraro valuta positivamente la richiesta di Ca’ Sugana di potenziamento delle forze dell’ordine: “Grazie ai presidi le persone si sentono più sicure, ma servono anche nuove politiche governative e un piano di prevenzione culturale”
Prevenzione, presidi, politiche governative. È la regola delle tre “p”, quella che Federico Capraro, presidente di Ascom-Confcommercio Treviso, mette al centro della questione sicurezza. L’obiettivo di commercio e turismo è rimanere quell’oasi felice che la città è sempre stata e che oggi viene messa in pericolo.
Presidente, come valuta la richiesta fatta dal sindaco al ministro Piantedosi di un incremento di polizia?
“La ritengo corretta, necessaria e coerente con un cambiamento in corso, in cui Treviso non fa eccezione rispetto agli altri capoluoghi. Non ci eravamo abituati, ma a guardare bene oggi siamo la Mestre di dieci anni fa. Una condizione che ci rende spaesati e impauriti, perché siamo sempre stati un’oasi felice. Ma al tema della sicurezza va aggiunta la percezione, che ha un effetto negativo e sul quale dobbiamo lavorare”.
Come?
“Innanzitutto sotto l’aspetto culturale, facendo prevenzione. Un impegno di diffusione dell’educazione civica di cui c’è bisogno, solo che porterà a risultati fra quindici anni. Ma Treviso ha bisogno subito di cambiare la percezione e allora ben vengano i presidi delle forze dell’ordine, grazie ai quali ci si sente più sicuri. Nell’immediatezza c’è anche la necessità che la repressione sia sostenuta da leggi in grado di evitare quanto è successo, che gli autori delle aggressioni vengano presi e subito rispediti in strada”.
Un punto, quest’ultimo, che va ben oltre le competenze locali.
“Riguarda le politiche governative ed è per questo che il sindaco ha fatto bene a rivolgersi al ministro”.
La percezione di insicurezza come impatta sulle vostre attività?
“Rappresentiamo attività che si offrono a due mercati, il residenziale e il turistico. Entrambi hanno bisogno di una qualità della vita che ponga chi ha propensione alla spesa in una condizione essenziale di sicurezza per vivere la città. Il turista non viene a Treviso solo per visitare, ma per la sua qualità della vita. Per le passeggiate, per bere lo spritz. Di conseguenza per aumentare l’attrattività residenziale e commerciale è fondamentale aumentare la sicurezza. Perché a New York ci vai anche se sai che può essere pericoloso, ma a Treviso no, vendiamo un prodotto diverso”.
Nel fine settimana in cui Treviso Comic ha riempito la città con 25mila visitatori non sono stati registrati episodi di violenza. Può essere una delle ricette?
“È fondamentale che la gente esca di casa per invertire il circolo vizioso del meno esco, meno vivo e meno faccio vivere, creando vuoti che vengono riempiti dal degrado. Il Covid ha accentuato la tendenza già in corso di non vivere la città nel quotidiano. Dobbiamo reimpossessarci dei luoghi e ricominciare a viverli, anche grazie agli eventi. E per il resto non ci sarà più spazio”.
La città non è solo centro storico…
“E infatti credo che gli eventi vadano portati fuori dalle solite piazze e arrivino anche nei quartieri. La cittadinanza va riabituata a ripercorrere le strade che ormai non visitiamo più e che potremmo avere l’occasione di riscoprire”.
È un tema che potrebbe essere inserito nel piano di marketing territoriale in via di elaborazione?
“Certamente, perché andrebbe ad assolvere anche alla sua funzione sociale”.
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