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Economia

Tasse e big tech: un confronto sconcertante tra colossi digitali e PMI italiane

La CGIA denuncia l'iniquità fiscale tra piccole imprese e multinazionali del web in Italia, evidenziando disparità e sfide future

Tasse e Big Tech: Un Confronto Sconcertante tra Colossi Digitali e PMI Italiane

Nel panorama economico italiano, la questione della tassazione delle grandi multinazionali tecnologiche continua a suscitare dibattiti accesi. La Confederazione Generale Italiana dell'Artigianato (CGIA) ha recentemente sollevato un grido d'allarme, paragonando la situazione delle piccole e medie imprese (PMI) italiane a quella di Davide contro Golia. Le PMI, infatti, si trovano a fronteggiare un carico fiscale che appare sproporzionato rispetto a quello delle grandi aziende del web, che, secondo la CGIA, riescono a eludere gran parte delle imposte dovute grazie a strategie fiscali aggressive.

I numeri forniti dall'ufficio studi della CGIA sono eloquenti. Le 422mila imprese del Veneto, ad esempio, versano annualmente 7,6 miliardi di euro in tasse, mentre le 25 multinazionali del web presenti in Italia contribuiscono con soli 206 milioni di euro. Questo divario è ancora più evidente se si considera che le big tech hanno generato un fatturato di 9,3 miliardi di euro nel 2022. La disparità è tale che le PMI lombarde pagano al fisco 125 volte di più rispetto ai colossi digitali, quelle laziali 56,7 volte in più, e così via.

La CGIA sottolinea come il ricorso sistematico all'elusione fiscale da parte delle multinazionali tecnologiche abbia accentuato questa disparità. Le tecniche utilizzate per trasferire gli utili nei paesi a fiscalità agevolata hanno permesso a queste aziende di ridurre drasticamente il loro contributo fiscale in Italia. Un esempio lampante è il confronto con le regioni più piccole del paese: in Molise e Valle d'Aosta, le imprese locali pagano meno tasse in termini assoluti rispetto alle big tech, nonostante il loro contributo economico sia infinitamente inferiore.

La denuncia della CGIA mette in luce un sistema fiscale che sembra penalizzare le piccole imprese e favorire i giganti del web. Mentre le PMI italiane devono affrontare un'aliquota fiscale effettiva che sfiora il 50%, le multinazionali tecnologiche si fermano al 36%. Anche l'introduzione della global minimum tax, con un'aliquota del 15% prevista per il 2026, non sembra sufficiente a colmare il divario. Il gettito stimato di 381,3 milioni di euro appare infatti esiguo rispetto alle necessità di bilancio del paese.

Con una manovra economica per il 2025 ancora in fase di definizione, la CGIA invita il governo a considerare un maggiore contributo da parte delle multinazionali che hanno beneficiato di profitti straordinari negli ultimi anni. La sfida è quella di recuperare una decina di miliardi di euro di coperture, un compito non facile ma necessario per garantire una maggiore equità fiscale. 

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