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06.04.2017 - 11:31
“Con questa norma la Regione Veneto compie un ulteriore passo di civiltà, promuovendo e valorizzando la figura dell’amministratore di sostegno. Si offre così un aiuto concreto alle persone anziane, disabili o temporaneamente inabili, e alle loro famiglie, senza arrivare a misure estreme come l’interdizione”. L’assessore regionale al sociale, Manuela Lanzarin, plaude l’approvazione unanime in Consiglio regionale della nuova legge “Norme per la valorizzazione dell’amministratore di sostegno a tutela dei soggetti deboli”.
“Il Veneto è capofila nel progetto pilota nazionale, che coinvolge otto regioni e la provincia autonoma di Bolzano, finalizzato a definire linee-guida, organizzazione informatica dei dati e formazione per gli amministratori di sostegno – ricorda l’assessore – Ora, grazie a questa legge che definisce connotati e funzioni di questa figura e al finanziamento di 300 mila euro garantito dal progetto pilota, la Giunta regionale potrà istituire entro l’anno un nuovo servizio di supporto agli amministratori di sostegno, che avrà sede presso le Ulss e i Comuni che si convenzioneranno.”.
“Gli obiettivi della nuova legge sono istituire un albo regionale, mettere in rete l’attività degli amministratori, investire nella loro formazione e monitorarne fabbisogno e funzioni e istituire uno sportello di prossimità per le amministrazioni di sostegno – sottolinea Manuela Lanzarin - Sono oltre 20 mila le procedure di amministrazione aperte nei tribunali della Regione: spesso i Tribunali affidano questo incarico ai familiari, ma si avverte sempre più l’esigenza di creare un elenco regionale delle persone disponibili a tale servizio di tutela. Oggi gli amministratori di sostegno sono figure sempre più necessarie per affiancare le persone non più autosufficienti, o temporaneamente inabili, nella gestione dei propri interessi: dal pagamento delle bollette o dell’affitto al consenso sulle cure sanitarie e assistenziali. Offrono una tutela alle persone più deboli, sia che siano ricoverate in istituto sia che vivano ancora in famiglia o da sole, garantendo priorità agli interessi prioritari della persona, imparzialità di scelta e un sostegno affidabile ai congiunti”.
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