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Eccellenze premiate
29.10.2024 - 09:58
Nel panorama delle competizioni internazionali di neurorobotica, la Cybathlon si distingue come un evento di rilievo, riunendo squadre da tutto il mondo per sfidarsi in discipline che fondono tecnologia e assistenza umana. Quest'anno, l'Università di Padova ha brillato nella competizione, portando a casa due medaglie e un prestigioso riconoscimento per l'innovazione.
La Cybathlon, organizzata dall'ETH di Zurigo, è una competizione che si svolge ogni quattro anni, attirando l'attenzione globale sulle tecnologie assistive. L'edizione 2024 ha visto la partecipazione di 76 squadre provenienti da oltre 20 paesi, tutte impegnate in otto discipline che esplorano l'interazione tra uomo e robot. L'obiettivo è chiaro: promuovere lo sviluppo di soluzioni tecnologiche che migliorino la vita delle persone con disabilità.
L'Università di Padova ha partecipato con due squadre di neurorobotica: il WHI Team e il WHI Students Team. Entrambe le squadre hanno gareggiato nella disciplina della brain-computer interface, una tecnologia che consente la comunicazione diretta tra il cervello e un dispositivo esterno. Il WHI Team, guidato dal pilota Francesco Bettella, noto campione paralimpico di nuoto, ha conquistato la medaglia d'argento. Il WHI Students Team, composto interamente da studenti di bioingegneria, ha ottenuto la medaglia di bronzo sotto la guida del pilota Filippo Boldrin, studente di statistica.
Oltre alle medaglie, il WHI Students Team ha ricevuto il Jury Award per l'innovazione e l'usabilità del loro sistema di brain-computer interface. Questo riconoscimento sottolinea l'eccellenza della ricerca condotta all'Università di Padova e l'importanza di coinvolgere giovani studenti in progetti di avanguardia. Il professor Luca Tonin, a capo del gruppo di neurorobotica dell'università, ha espresso grande soddisfazione per i risultati ottenuti, affermando che questi successi pongono l'Università di Padova tra i leader mondiali nel campo delle interfacce cervello-computer non invasive.
Il primo posto nella competizione è stato conquistato dall'Università di Pittsburgh, che ha utilizzato una tecnologia invasiva con elettrodi impiantati sulla corteccia cerebrale. Questo approccio, sebbene efficace, solleva interrogativi etici e pratici sull'uso di tecnologie invasive. In contrasto, l'Università di Padova ha dimostrato che le soluzioni non invasive possono competere a livelli altissimi, offrendo un'alternativa promettente e meno rischiosa.
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