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Economia
01.11.2024 - 06:16
Foto di repertorio
Il passante autostradale di Mestre, una delle arterie principali del Veneto, rappresenta un esempio di infrastruttura che non solo funziona, ma genera anche profitti. La società Concessioni Autostradali Venete (CAV), che gestisce sia il passante che la tratta Venezia-Padova, ha recentemente deciso di destinare per la prima volta gli utili accantonati a opere viarie nella regione. Tuttavia, la destinazione di questi fondi ha suscitato un acceso dibattito.
La giunta regionale del Veneto ha annunciato, in occasione dell'approvazione del disegno di legge per il bilancio di previsione 2024-2026, una variazione significativa. Grazie allo svincolo di una parte degli utili accantonati da CAV, è stata resa possibile una manovra finanziaria di 37,5 milioni di euro. Ma la vera sorpresa è stata la destinazione di questi fondi: non per nuove strade o per migliorare la sicurezza delle arterie esistenti, bensì per coprire la rata della superstrada Pedemontana.
La decisione di utilizzare gli utili per pagare il canone della Pedemontana solleva interrogativi sulla strategia di gestione delle infrastrutture regionali. Da un lato, si potrebbe argomentare che la scelta di sostenere finanziariamente la Pedemontana sia un modo per garantire la continuità e la sostenibilità di un progetto infrastrutturale cruciale. Dall'altro, c'è chi vede in questa decisione un'occasione mancata per investire in nuove opere o per migliorare la sicurezza delle strade esistenti, aspetti che avrebbero potuto avere un impatto diretto e immediato sulla vita quotidiana dei cittadini.
CAV, con la sua gestione del passante di Mestre e della Venezia-Padova, si trova al centro di una rete viaria che è fondamentale per il traffico regionale e nazionale. La scelta di destinare gli utili accantonati alla Pedemontana potrebbe avere implicazioni significative per il futuro delle infrastrutture venete. Se da un lato si garantisce il finanziamento di un progetto già avviato, dall'altro si rischia di trascurare altre necessità infrastrutturali che potrebbero emergere nel tempo.
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