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Il progetto Tablinum: giovani ricercatori internazionali a Vicenza per studiare Palladio

Due giovani ricercatrici esplorano l'eredità di Palladio grazie al progetto Tablinum, un'iniziativa internazionale di ricerca

Il Progetto Tablinum: Giovani Ricercatori Internazionali a Vicenza per Studiare Palladio

Basilica Palladiana

Nella città di Vicenza si sta svolgendo un progetto che unisce passato e futuro, tradizione e innovazione. Il progetto Tablinum, nato dalla collaborazione tra il Centro internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio (CISA) e la Stiftung Bibliothek Werner Oechslin di Einsiedeln, rappresenta un ponte tra culture e generazioni, offrendo a giovani ricercatori l'opportunità di approfondire i loro studi in un contesto internazionale.

Il progetto Tablinum prende il nome dalla sala delle antiche case romane dedicata al ricevimento e alla conversazione, simbolo di accoglienza e dialogo. Finanziato dai Friends of Palladio e dalla Gladys Krieble Delmas Foundation, il progetto mira a creare una comunità di giovani studiosi residenti a Vicenza, incentivando un approccio multidisciplinare e l'accesso alle fonti storiche. In un'epoca dominata dal digitale e dall'intelligenza artificiale, l'iniziativa promuove l'approfondimento e la ricerca, incoraggiando i partecipanti a esplorare nuove prospettive di studio.

Le prime due studiose selezionate per il progetto sono Marlene Schwemer e Alexis Nanavaty, entrambe con un profilo accademico di rilievo. Marlene Schwemer, proveniente dalla Germania e con un background in storia dell'arte e studi romanzi, si concentra sulla ricezione delle antichità nel Cinquecento, esplorando come i frammenti dei monumenti antichi siano stati studiati e reinterpretati da Palladio e altri architetti rinascimentali. La sua ricerca promette di aprire nuove prospettive sulla ricostruzione ideale delle rovine romane, unendo archeologia e interpretazione personale. Dall'altra parte, Alexis Nanavaty, statunitense e dottoranda presso il Courtauld Institute of Art di Londra, si dedica allo studio delle collaborazioni artistiche nelle ville palladiane. Il suo lavoro si focalizza sul rapporto tra Palladio e l'artista veronese Battista Zelotti, esaminando come queste collaborazioni abbiano influenzato la diffusione degli elementi decorativi nelle ville venete. La sua ricerca contribuirà a una nuova comprensione delle dinamiche collaborative nel contesto delle ville palladiane.

A completare il trio di studiosi, nell'autunno si unirà Aleksandar Bede dalla Serbia. Architetto con un dottorato in urbanistica, Bede esplorerà l'influenza della cultura rinascimentale italiana e tedesca nei progetti di modernizzazione territoriale nel bacino del Danubio. La sua ricerca si concentrerà su come l'ingegneria, l'agricoltura e l'architettura abbiano subito trasformazioni significative sotto l'influenza dell'impero austro-ungarico, offrendo una nuova prospettiva sulla storia urbanistica della regione.

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