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Luigi Nono: la musica come testimonianza di lotta e innovazione

Fondazione Prada a Venezia celebra il centenario del compositore con un evento musicale che esplora l’opera pionieristica "A floresta é jovem e cheia de vida"

Luigi Nono

Luigi Nono (1970)

Il 21 novembre, alle ore 18.30, la Fondazione Prada di Venezia ospiterà un evento musicale dedicato a Luigi Nono, nell’ambito della settima edizione del Festival Luigi Nono, intitolato "Risonanze erranti". L’incontro celebra il centenario della nascita del compositore veneziano e si concentra sull’opera "A floresta é jovem e cheia de vida" (1966), una delle sue composizioni più significative e innovative.

L'evento si aprirà con una presentazione dell'opera, condotta dal filosofo Massimo Cacciari e dai musicologi Veniero Rizzardi e Laura Zattra. A seguire, il pubblico potrà assistere all'ascolto della versione acusmatica multicanale dell’opera, curata dal regista del suono Alvise Vidolin, accompagnata da materiali video preparati dallo stesso Rizzardi.

Composta tra il 1965 e il 1966, "A floresta é jovem e cheia de vida" è una delle prime opere esplicitamente politiche di Nono, concepita durante la guerra del Vietnam e dedicata al Fronte di Liberazione Nazionale del Vietnam. Presentata per la prima volta al Festival Internazionale di Musica Contemporanea della Biennale di Venezia nel 1966, l’opera si distingue per l’utilizzo di tecniche musicali innovative e sperimentali, che comprendono l'uso di registrazioni elettroacustiche, azioni vocali e strumentali, e una diffusione del suono spazialmente immersiva.

Il lavoro, che si caratterizza per la presenza di testi tratti da documenti politici internazionali, è un esempio del forte impegno di Nono nelle lotte politiche e sociali del suo tempo. Tra i materiali utilizzati vi sono lettere, dichiarazioni e discorsi raccolti dallo scrittore Giovanni Pirelli, oltre a improvvisazioni vocali del Living Theatre di New York, esecuzioni di clarinetto e percussioni, e suoni diffusi da altoparlanti disposti attorno al pubblico.

Un aspetto fondamentale di "A floresta é jovem e cheia de vida" è la sua totale mancanza di notazione musicale convenzionale. L’opera è stata trascritta solo nel 1998, grazie a un’intensa ricerca archivistica che ha coinvolto appunti originali del compositore e registrazioni delle esecuzioni dal vivo.

Questa iniziativa si inserisce in una linea di programmazione avviata dalla Fondazione Prada nel 2018, con l’obiettivo di promuovere la musica elettronica e altre forme di linguaggio musicale. In collaborazione con l’Archivio Luigi Nono, la Fondazione continua a esplorare le intersezioni tra musica e altre discipline, ampliando la propria indagine intellettuale e testando nuove modalità di conoscenza attraverso attività che vanno oltre le arti visive.

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