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Crisi di settore

Industria vicentina in crisi: la produzione segna un nuovo record negativo

Il terzo trimestre del 2024 evidenzia un calo ininterrotto della produzione industriale, con una riduzione del 4% rispetto all’anno precedente

Crisi industria vicentina

Le preoccupanti statistiche

La situazione dell'industria manifatturiera vicentina nel terzo trimestre del 2024 continua a deteriorarsi, segnando un preoccupante -4% nella produzione industriale. Questo calo, che si protrae da sei trimestri consecutivi, non ha eguali dal periodo della crisi economica del 2012, quando il settore registrò perdite per tutto l’anno. Un segno tangibile di una sofferenza che non accenna a fermarsi, come sottolineato dalla 165ª indagine congiunturale di Confindustria Vicenza.

L’industria vicentina, notoriamente diversificata e con un forte legame con le filiere internazionali, si fa spesso portavoce dei trend nazionali. Il calo della produzione è il risultato di un contesto economico globale instabile e delle difficoltà interne del Paese. Secondo la Presidente di Confindustria Vicenza, Laura Dalla Vecchia, la situazione è allarmante: "Non possiamo ignorare i segnali di un potenziale calo dell'occupazione e dei rischi che derivano da politiche europee poco pragmatiche, in particolare quelle legate al Green Deal", ha dichiarato. Dalla Vecchia ha poi criticato la narrazione ottimistica sull'economia italiana, evidenziando come la crescita sia rallentata a un modesto 0,4%, con un ministro delle Finanze costretto a interventi straordinari per non compromettere ulteriormente i conti pubblici.

La situazione è ancora più preoccupante quando si analizzano i dati sulle aziende. Il 47% delle imprese segnala un calo della produzione, con solo il 22% che evidenzia aumenti produttivi. In parallelo, il mercato interno ha registrato una contrazione del 5,3%, segno di una domanda sempre più fiacca. L'export verso l'Unione Europea non ha mostrato segnali di ripresa, con un ulteriore -2,8%. Tuttavia, le esportazioni verso i Paesi extra-UE sono l'unico dato positivo, crescendo del 3,5% per il secondo trimestre consecutivo.

Un altro aspetto critico riguarda gli ordini, con un saldo negativo pari a -32, a fronte di una leggera stabilizzazione nelle liquidità aziendali. Sebbene ci sia stato un miglioramento nel periodo di lavoro assicurato, la difficoltà nel recupero degli incassi persiste, con il 18% delle aziende che denuncia ritardi.

Oltre alle difficoltà interne, l'industria vicentina si trova a fronteggiare un incremento dei costi, con un aumento del 3,1% sui prezzi delle materie prime e del 0,4% sui prodotti finiti. Questi aumenti, sommati ai già elevati costi energetici, mettono ulteriormente alla prova la competitività delle aziende, soprattutto in un contesto globale dove il divario con gli Stati Uniti e la Cina è sempre più marcato.

L’appello di Confindustria Vicenza è chiaro: servono interventi urgenti a livello europeo per evitare un ulteriore processo di deindustrializzazione. "L’Europa deve ripensare le tempistiche della transizione energetica e abbandonare le posizioni ideologiche che rischiano di compromettere il nostro sistema produttivo", ha dichiarato Dalla Vecchia. Per lei, la priorità è tutelare un settore industriale che è il cuore pulsante dell’economia vicentina, ma anche italiana ed europea.

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