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Granchio blu e cambiamenti climatici mettono in ginocchio gli allevamenti di vongole nel Veneto e in Emilia Romagna

Un’emergenza che minaccia l’industria ittica: azzerato il 90% della produzione nazionale di bivalvi

Granchio blu e cambiamenti climatici mettono in ginocchio gli allevamenti di vongole nel Veneto e in Emilia Romagna

Foto di repertorio

Una tempesta perfetta ha colpito l’industria degli allevamenti di vongole e altri bivalvi nelle regioni del Veneto e dell’Emilia Romagna, mettendo a rischio una delle principali risorse economiche del settore ittico. La causa di questo disastro è principalmente attribuibile al granchio blu, una specie invasiva che sta decimando gli allevamenti, ma anche i cambiamenti climatici, che hanno alterato la salubrità delle acque e contribuito al proliferare della mucillagine, stanno facendo la loro parte.

Enrico Caterino, Commissario straordinario per l’emergenza granchio blu, ha illustrato la situazione in audizione alla Camera delle Commissioni riunite di Ambiente e Agricoltura. Secondo Caterino, l’emergenza ha portato all’annientamento quasi totale della produzione di vongole e bivalvi in queste due regioni, che da sole rifornivano il 90% del prodotto nazionale, con un giro d’affari che, prima di questa crisi, raggiungeva i 200 milioni di euro.

"Un mix di fattori ha portato a questa drammatica situazione", ha spiegato Caterino. "Il granchio blu ha trovato nel Delta del Po un ambiente ideale per proliferare, causando danni irreparabili agli allevamenti. La situazione è grave, ma non si è ancora verificata una crisi simile in Friuli Venezia Giulia, dove al momento si registrano solo danni alle reti dei pescatori". Tuttavia, la presenza del granchio blu è stata rilevata anche in altre regioni, come la Puglia e la Sardegna, con cui il Commissario è in costante contatto.

Caterino ha anche illustrato il piano di intervento in atto per cercare di contenere l'invasione del granchio blu. La strategia consiste in una serie di azioni mirate, tra cui la cattura selettiva delle femmine di granchio blu, che hanno una straordinaria capacità riproduttiva, potendo deporre da 700.000 a 2 milioni di uova per ciclo. "Il nostro obiettivo è quello di intercettare le femmine dopo la fecondazione, quando si spostano verso il mare", ha aggiunto il Commissario. "Stiamo anche valutando l’uso di granchi maschi come esche per le trappole, come suggerito da un biologo americano che abbiamo incontrato".

Il piano di Caterino, per ora limitato al Veneto e all’Emilia Romagna, prevede la creazione di un Gruppo di lavoro tecnico per accelerare le decisioni e l’applicazione delle soluzioni. In prospettiva, inoltre, si stanno valutando iniziative di prelievo da parte di imprenditori internazionali, tra cui quelli provenienti da Turchia e Sri Lanka, per cercare di contrastare la diffusione del granchio blu.

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