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Diritti famiglie omogenitoriali

Padova, 20 novembre: la Rete Re.a.dy chiede diritti uguali per i bambini delle famiglie omogenitoriali

In occasione della Giornata Internazionale dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, l’appello per il riconoscimento della doppia genitorialità per le coppie non eterosessuali

Padova, 20 novembre: la Rete Re.a.dy chiede diritti uguali per i bambini delle famiglie omogenitoriali

Foto di repertorio

Il 20 novembre, Giornata Internazionale dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, diventa un’occasione per la Rete Re.a.dy (Rete nazionale delle Pubbliche Amministrazioni contro le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere) di sollecitare un intervento legislativo urgente per garantire diritti pari per tutti i bambini, anche quelli nati da coppie omogenitoriali. Tra gli enti aderenti alla Rete, il Comune di Padova sottolinea la necessità di un’azione legislativa che riconosca ufficialmente i figli delle coppie LGBT+ come aventi pieni diritti, a partire dal riconoscimento della doppia genitorialità.

Il 20 novembre coincide anche con la Giornata internazionale in memoria delle vittime di transfobia, un ulteriore spunto per denunciare le violenze e le discriminazioni che subiscono le persone transgender e non binarie. La combinazione delle due ricorrenze rende ancora più urgente il messaggio di inclusione, rispetto e protezione, non solo per i bambini e le bambine delle famiglie omogenitoriali, ma anche per gli adolescenti che affrontano quotidianamente il bullismo legato alla loro identità di genere.

L’assessora ai Diritti Umani del Comune di Padova, Francesca Benciolini, ha ribadito l’importanza di riconoscere i diritti delle famiglie omoaffettive come parte integrante della comunità. “Il maggiore interesse dei minori deve essere sempre tutelato” ha dichiarato Benciolini, esprimendo la speranza che la Corte Costituzionale intervenga presto per garantire questi diritti.

Anche la consigliera Etta Andreella ha espresso la sua posizione: “I diritti non sono privilegi. Se non sono di tutti, non sono diritti”, ha affermato, chiedendo al Parlamento di intervenire con una legge che riconosca uguale dignità a tutte le famiglie, senza distinzioni.

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