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Crisi e incertezze
21.11.2024 - 16:53
Lo striscione dei sindacati davanti alla sede di Askoll
Le trattative tra i lavoratori di Askoll e la dirigenza dell’azienda sono giunte a una svolta critica. Dopo mesi di confronti senza risultati concreti, le segreterie di Fiom Cgil e Uilm Uil hanno deciso di interrompere le discussioni, accusando l’azienda di non aver rispettato gli impegni presi a luglio. In quell’occasione, i dipendenti si erano mobilitati, scendendo in piazza per chiedere chiarezza sul futuro della società e per sollecitare la ripresa della trattativa sul contratto aziendale. Tuttavia, le proposte avanzate dalla dirigenza, invece di rassicurare, hanno aumentato le preoccupazioni sulla gestione dell’impresa.
Carla Grandi, della Uilm di Vicenza, ha sottolineato: “Il presidente Marioni aveva promesso di presentare un piano industriale e di riaprire il tavolo per migliorare le condizioni economiche dei lavoratori, ma questo impegno non è mai stato tradotto in azioni concrete. Le nostre richieste sono state sempre respinte”.
Per Laura Scalzo, della Fiom Cgil vicentina, gli accordi sindacali dovrebbero rappresentare un’opportunità per migliorare le retribuzioni e garantire una migliore conciliazione tra vita privata e lavoro. "Purtroppo, l’azienda ha offerto un premio di soli 500 euro, destinato però a una parte ristretta del personale, con criteri che rendono difficile, se non impossibile, raggiungere gli obiettivi prefissati", ha dichiarato Scalzo. A complicare ulteriormente la situazione, i parametri legati al premio, tra cui il conteggio delle assenze, che penalizzano anche situazioni come malattia, maternità e permessi per legge, riducendo ulteriormente l'importo già esiguo.
La tensione è alimentata anche dalle difficoltà finanziarie che la divisione Askoll E sta attraversando, la quale fornisce schede elettroniche e avrebbe comunicato alla sede centrale un calo della produzione. Nel frattempo, Askoll 2, la divisione che si occupa di acquariologia, sembra avere conti in ordine, ma i lavoratori di entrambe le realtà rischiano di pagare il prezzo delle difficoltà dell'azienda. Le sindacaliste concludono: "Non possono essere i dipendenti a subire le conseguenze delle scelte aziendali, specialmente quando ci sono divisioni in salute finanziaria".
La situazione, per ora, resta in stallo, con i lavoratori che continuano a chiedere risposte chiare e azioni concrete da parte dell’azienda.
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