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Violenza di genere

Ogni silenzio spezzato è un passo verso la libertà

Il CSV di Padova e Rovigo in prima linea contro la violenza di genere: formazione, cultura e sostegno concreto

Marinella Mantovani e Luca Marcon

Marinella Mantovani e Luca Marcon di CSV Padova&Rovigo

Un anno fa, l’orrore del femminicidio di Giulia Cecchettin ha scosso il Paese, portando tutti a dire “mai più”. Tuttavia, in questi 12 mesi, oltre 90 donne in Italia hanno perso la vita per mano di un uomo. Di fronte a questa realtà, il Centro di Servizio per il Volontariato (CSV) di Padova e Rovigo ha scelto di trasformare il dolore in azione, abbracciando la sfida di una rivoluzione culturale per insegnare il rispetto, l’affettività e l’accettazione dei “no”.

«Il 25 novembre non deve essere solo una giornata di memoria, ma un’occasione per generare un cambiamento sociale reale – sottolinea Marinella Mantovani, vicepresidente del CSV – Con il nostro progetto Equilibri in Movimento abbiamo intrapreso un percorso di formazione per affrontare le radici profonde della violenza di genere, un fenomeno diffuso e radicato trasversalmente nelle relazioni tra i generi».

Il progetto Equilibri in Movimento, avviato dal consiglio direttivo del CSV, ha coinvolto tutto lo staff e numerose associazioni. Tra le prime azioni, una visita al Centro Antiviolenza di Padova, punto di riferimento per il sostegno alle donne vittime di violenza. La formazione ha previsto incontri e momenti di confronto, destinati a sensibilizzare il volontariato e a promuovere una maggiore consapevolezza culturale.

Anche Solidaria 2024, il laboratorio annuale di sviluppo del volontariato, ha dedicato uno spazio al tema con la mostra Come eri vestita?, organizzata a Piazzola sul Brenta. «L’iniziativa ha smascherato i cliché culturali che spesso alimentano la giustificazione della violenza di genere, riscuotendo un ottimo successo di pubblico» – spiega Luca Marcon, presidente del CSV.

Il CSV ribadisce il suo impegno nell’essere parte di un cambiamento che coinvolga individui, organizzazioni e comunità. «Dobbiamo costruire una cultura che riconosca le donne come individui, non come proprietà – conclude Mantovani – e il volontariato ha un ruolo centrale in questa sfida».

Ogni silenzio spezzato, ogni cliché abbattuto, è un passo verso una società più giusta. E il CSV è pronto a proseguire questo cammino.

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