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Iniziative di sensibilizzazione

A Venezia un’onda blu per dire no alla violenza sulle donne

300 persone in una performance simbolica a Campo Santa Maria Formosa

A Venezia un’onda blu per dire no alla violenza sulle donne

Un’onda di colore blu ha invaso Venezia, diventando simbolo di solidarietà e speranza contro la violenza di genere. In occasione del trentennale dello Sportello Antiviolenza del Comune, 300 persone vestite di blu si sono riunite a Campo Santa Maria Formosa per un happening che ha unito arte, memoria e impegno sociale.

L’evento, intitolato “Un’onda umana contro la violenza di genere – A human wave against gender violence”, è stato ideato dall’artista Elena Tagliapietra, già nota per le sue installazioni collettive di grande impatto. Questo appuntamento ha voluto sensibilizzare l’opinione pubblica e rafforzare il messaggio che solo una comunità unita può contrastare questa piaga sociale.

“La violenza di genere è un fenomeno che colpisce tutti, senza distinzioni. Non dobbiamo mai abbassare la guardia”, ha dichiarato la presidente del Consiglio comunale, Ermelinda Damiano. Ha poi sottolineato l’importanza di un approccio integrato: “Fare rete, sostenere concretamente le vittime e agire su più livelli, dalla scuola alle istituzioni, passando per la famiglia e la società civile, rappresenta la chiave per ridurre al minimo questo fenomeno”.

Il Centro Antiviolenza del Comune ha evidenziato come l’arte possa catalizzare il cambiamento. “Attraverso il linguaggio universale dell’arte, vogliamo stimolare riflessione e partecipazione, affinché si continui a combattere per un futuro libero dalla violenza”, hanno dichiarato.

L’evento è stato arricchito dai racconti storici dello scrittore Alberto Toso Fei, che ha ricordato come le donne veneziane del Cinquecento abbiano rivendicato il diritto all’istruzione e all’autodeterminazione, gettando le basi per la loro emancipazione.

Elena Tagliapietra, già protagonista di altre installazioni, come quella in Piazza San Marco con mille cittadini, ha confermato il potere trasformativo dell’arte. La sua opera si pone come un invito a riflettere e a partecipare attivamente al cambiamento, ricordando che ogni gesto simbolico può diventare il seme di un futuro migliore.

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