In occasione della Giornata mondiale per l’eliminazione della violenza sulle donne, l’Assessore regionale al Sociale, Manuela Lanzarin, ha illustrato l’impegno del Veneto nel contrastare questo grave fenomeno. Dal 2013, con la legge regionale n.5, la Regione sostiene una rete capillare di centri antiviolenza e case rifugio per garantire protezione e autonomia alle donne vittime e ai loro figli.
"Dal 2013 promuoviamo interventi di sostegno per ripristinare l’inviolabilità e la libertà delle donne, garantendo riservatezza e anonimato. Oggi contiamo 25 centri antiviolenza, 34 sportelli e 37 case rifugio distribuiti in tutte le province del Veneto", spiega Lanzarin. I fondi regionali non solo supportano la gestione delle strutture, ma finanziano percorsi di autonomia per le vittime e la formazione del personale specializzato.
Tra le novità del 2024, l’apertura di sportelli presso le Università di Venezia, Verona e Padova per avvicinarsi al mondo studentesco, prevenendo episodi tragici come il recente caso di Giulia Cecchettin. Inoltre, la Regione ha avviato un piano di comunicazione per sensibilizzare il pubblico sulla rete antiviolenza e promuovere il rispetto delle donne.
"Non ci rivolgiamo solo alle donne, ma anche agli uomini. I Centri per uomini autori di violenza (CUAV) sono una realtà consolidata con 10 centri attivi nel territorio regionale", aggiunge l’Assessore. Questo modello è supportato da protocolli operativi con enti giudiziari e sociali per ridurre il rischio di recidiva.
Nel 2024 è stata rilanciata la formazione per il personale sanitario e socio-sanitario, coinvolgendo operatori dei Pronto Soccorso, farmacie e forze dell’ordine. Lanzarin sottolinea l’importanza dei protocolli territoriali, attivi dal 2018, che coordinano enti locali, scuole, ordini professionali e associazioni per garantire una presa in carico efficiente delle vittime.
"Il nostro obiettivo è rafforzare la rete antiviolenza e sensibilizzare tutta la cittadinanza. La violenza contro le donne richiede un cambiamento culturale profondo che coinvolga ogni individuo", dichiara Lanzarin.
Nel 2023, i centri antiviolenza hanno ricevuto 7.142 contatti (+19% rispetto al 2022) e preso in carico 3.628 donne (+9%). Tra queste, oltre 2.400 avevano figli, di cui 1.885 minori. Tra i minori, il 6,5% ha subito violenze dirette e il 45,1% violenze assistite.
"Bisogna continuare a promuovere la cultura del rispetto, a partire dalle scuole. Solo così potremo avviare una vera rivoluzione culturale", conclude l’Assessore Lanzarin.