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Legalità e partecipazione
26.11.2024 - 18:12
Roberto Bet
Il Veneto ribadisce il suo impegno nella lotta alla criminalità organizzata con il convegno “Come studiare le mafie”, tenutosi ieri a Verona. L’evento, promosso nell’ambito del progetto regionale “Il Veneto per la legalità” in collaborazione con Unioncamere e diverse università, ha offerto una giornata di approfondimento ad alto livello sul fenomeno mafioso, con un approccio innovativo e multidisciplinare.
“Ho avuto l’onore di introdurre i lavori – ha dichiarato Roberto Bet, consigliere regionale della Lega e coordinatore della Cabina di Regia del Protocollo di Legalità – Un’iniziativa cruciale per sensibilizzare e formare cittadini e istituzioni su un problema complesso e delicato che minaccia il nostro tessuto economico e sociale”.
Tra gli interventi di rilievo, accademici e rappresentanti di istituzioni hanno affrontato i molteplici volti della criminalità organizzata. Da Monica Billio e Marco Di Cataldo dell’Università Ca’ Foscari, che hanno evidenziato i rischi per aziende e amministrazioni locali, ad Antonio Parbonetti dell’Università di Padova, che ha sottolineato le connessioni tra imprese, mafia ed economia. Orsetta Giolo e Donato Castronuovo dell’Università di Ferrara hanno invece offerto una prospettiva giuridica e criminologica sul tema.
Significativo anche l’intervento di Alberto Bertin, che ha affrontato il fenomeno delle agromafie, e quello di Alessandro Naccarato, già membro della Commissione Parlamentare Antimafia, sul ruolo delle istituzioni regionali nella prevenzione. Il giornalista Ugo Dinello ha completato il quadro, integrando dati accademici con esempi pratici tratti dalla cronaca.
Il consigliere Bet ha posto l’accento su dati allarmanti: oltre 8.200 imprese venete sono a rischio usura, un incremento del 4% rispetto all’anno precedente. Dal 2011 al 2024, i finanziamenti bancari verso le imprese della regione sono crollati del 53,8%, con conseguenze più gravi per le piccole imprese. “Questa dinamica rende il tessuto economico locale vulnerabile alle infiltrazioni mafiose, richiedendo interventi urgenti per supportare le imprese e tutelare l’economia”.
Il convegno ha anche tracciato una strada per il futuro, con la proposta di un manuale didattico che raccolga gli interventi presentati. “Uno strumento fondamentale per istituzioni, imprese e cittadini, che potranno così affrontare il fenomeno mafioso con un approccio strutturato”, ha concluso Bet.
La partecipazione attiva della comunità veneta dimostra quanto sia sentita la necessità di promuovere una cultura della legalità. “Il Veneto continuerà a lavorare con determinazione, coinvolgendo università, enti locali e associazioni per un futuro libero dalle mafie”, ha assicurato il consigliere.
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