La nuova Commissione Europea guidata da Ursula Von der Leyen ha ricevuto oggi il via libera dal Parlamento, ma la votazione non ha mancato di sollevare polemiche. Cristina Guarda, eurodeputata del Gruppo Verdi/ALE, ha commentato duramente la decisione, dichiarando che il voto di oggi rappresenta una "svolta a destra" che mette in discussione i principi fondamentali dell'Unione Europea. «Abbiamo votato contro la Commissione non solo per una questione di principio, ma anche per una visione politica che non possiamo condividere», ha spiegato Guarda, criticando la composizione del nuovo esecutivo europeo.
Secondo l'eurodeputata, l'orientamento della Commissione, in particolare con la nomina di figure come Raffaele Fitto, esponente del partito della Meloni, e Oliver Varelyi, alleato di Viktor Orbán, compromette i valori antifascisti e democratici su cui si fonda l'Europa. «Una Commissione debole sul clima, che torna all’austerità, non è quella che serve all'Europa. Una scelta diversa era possibile, ma Von der Leyen ha preferito guardare a destra. Ogni scelta ha le sue conseguenze», ha sottolineato con fermezza.
Guarda ha ricordato anche il suo voto a favore di Von der Leyen a luglio, seppur a malincuore, per evitare un possibile spostamento dell'Unione verso l'estrema destra, un rischio che avrebbe potuto danneggiare politiche sociali e ambientali fondamentali. Ma, secondo l'eurodeputata, la scelta della presidente della Commissione di cedere alle pressioni del Partito Popolare Europeo e di aprirsi alla destra ha avuto effetti controproducenti, come dimostra il calo di consensi nella votazione odierna: Von der Leyen ha infatti ottenuto solo il 51% dei voti, la percentuale più bassa di sempre.
Infine, la parlamentare dei Verdi ha ribadito la sua posizione, sottolineando che la decisione di non far parte della maggioranza era inevitabile: «Non siamo qui per accettare compromessi che tradiscono i nostri valori. Continuerò a lottare per un’Europa giusta, sostenibile e solidale, mettendo al centro la giustizia climatica, sociale e i diritti civili».