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Polemica contro il Governo

"Basta tagli all'istruzione, basta soldi alla guerra", continua la mobilitazione del CAU a Padova

Studenti e ricercatori di UniPD in sciopero contro i nuovi tagli al settore educativo e il finanziamento alla guerra

Foto della protesta

Foto della protesta

Anche gli studenti sono scesi in piazza oggi, venerdì 29 novembre, in occasione dello sciopero generale. Moltissimi gli universitari mobilitati, dai ricercatori del CoRDA (Coordinamento Ricercatori, Dottorandi, Assegnisti) ai collettivi studenteschi universitari, come il CAU (Collettivo Autorganizzato Universitario). La mobilitazione ha visto un blocco delle lezioni nei dipartimenti universitari per esprimere forte disapprovazione verso i nuovi tagli previsti dal governo Meloni per l'istruzione e la ricerca.

Le ragioni dello sciopero sono legate alle politiche del governo che, come quelli precedenti, ha deciso di ridurre il Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO) per le università italiane di mezzo miliardo di euro, penalizzando gravemente gli atenei. Nel contempo, il governo non esita a destinare 32 miliardi di euro alle spese militari, mentre continua a sostenere politiche di vendita di armi, come quelle destinate a Israele, in un contesto di conflitto internazionale. Un’ulteriore preoccupazione riguarda il disegno di legge Bernini, che accelera la privatizzazione e precarizzazione del sistema universitario.

Per il collettivo CAU, la protesta è un grido di allarme contro una politica che, invece di investire sul futuro dei giovani, preferisce aumentare il budget per la guerra e il militarismo, mentre lascia che il diritto all'istruzione venga sempre più minato. "Siamo qui per condannare le politiche di un governo che taglia i fondi all'istruzione e alla ricerca, mentre finanzia senza vergogna la guerra", hanno dichiarato i manifestanti.

Domani, sabato 30 novembre, la protesta si sposterà a Roma, dove ricercatori, studenti e attivisti prenderanno parte a un corteo contro il genocidio in Palestina e contro il governo Meloni, unendosi a oltre 250 realtà palestinesi, libanesi e italiane.

A Padova, dopo il concentramento a Palazzo Bo, i manifestanti si sono uniti al corteo cittadino, portando avanti un messaggio di forte critica alle politiche governative, con un chiaro invito alla mobilitazione continua per difendere l'istruzione, la ricerca e i diritti civili.

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