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Affitti brevi: stop al check-in remoto in Italia

Una circolare del ministero dell'Interno impone l'identificazione fisica degli ospiti rivoluzionando le modalità di accoglienza

Affitti brevi: stop al check-in remoto in Italia

Il settore degli affitti brevi in Italia subisce un'importante battuta d'arresto. Una recente circolare del ministero dell’Interno chiarisce che per accedere a strutture ricettive come appartamenti Airbnb o B&B sarà obbligatorio verificare di persona l’identità degli ospiti. La semplice registrazione online, finora utilizzata da molti, non sarà più sufficiente: il controllo dovrà avvenire tramite la presentazione fisica di un documento d’identità al momento dell’arrivo.

Questa decisione rende quasi inutilizzabili i sistemi di self check-in basati sulle keybox, cassette porta-chiavi installate per consentire agli ospiti di ritirare autonomamente le chiavi degli appartamenti senza incontrare i proprietari. Questi dispositivi, molto diffusi negli ultimi anni, hanno rappresentato un punto di svolta per il mercato degli affitti brevi, garantendo flessibilità e semplicità. Ora, però, la loro funzione è messa in discussione.

La circolare si basa sull’articolo 109 del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza (Tulps), che impone alle strutture ricettive di verificare fisicamente l’identità degli alloggiati. Questo controllo, secondo il ministero, è fondamentale per garantire la sicurezza pubblica, consentendo alle autorità di monitorare i movimenti delle persone ospitate.

La misura, introdotta con il decreto Salvini del 2018, equipara gli affitti brevi alle strutture alberghiere tradizionali. Pertanto, sia piccoli B&B che appartamenti gestiti tramite piattaforme online devono rispettare le stesse regole, che prevedono la verifica in presenza e la comunicazione dei dati degli ospiti alle questure entro 24 ore dall’arrivo.

Questa nuova regolamentazione rischia di stravolgere le modalità operative degli affitti brevi. I proprietari che gestiscono personalmente le prenotazioni dovranno organizzarsi per accogliere gli ospiti di persona o affidarsi a gestori professionali. Anche le società specializzate, che rappresentano il 25% del mercato secondo i dati Aigab, dovranno adattarsi, rivedendo i sistemi automatizzati adottati per ottimizzare le operazioni.

L’unica eccezione prevista riguarda i rifugi alpini, che seguono normative specifiche. Per tutte le altre strutture, il controllo fisico dei documenti sarà obbligatorio e non derogabile, come sottolineato dal ministero: "In ragione delle esigenze di pubblica sicurezza, non sono ammesse alternative alla verifica in presenza".

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