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Mentre nella regione i costi calano, a Verona arrivano aumenti shock sulla tariffa rifiuti

Il resto del Veneto vede calare i costi, ma nella provincia scaligera le tariffe crescono fino a 3,64 euro. Critiche dai consiglieri regionali

Verona rifiuti

Immagine di repertorio

Mentre in tutto il Veneto si registrano diminuzioni nei costi per la gestione dei rifiuti, la provincia di Verona si distingue per un’inversione di tendenza: aumenti "molto consistenti" gravano sui residenti, con rincari fino a 3,64 euro per abitante. È quanto denuncia Stefano Valdegamberi, consigliere regionale del Gruppo Misto, sollevando dubbi sulla trasparenza e l'equità dei nuovi calcoli.

Secondo Valdegamberi, le prime proiezioni presentate in commissione mostravano dati diversi, con aumenti diffusi in più aree del Veneto. Tuttavia, nella versione finale, i parametri sono stati modificati, concentrando i rincari esclusivamente nei bacini di Verona nord e centro. Qui, le tariffe sono aumentate rispettivamente di 2,3 euro e 3,64 euro per abitante, in contrasto con il resto della regione, dove i costi risultano in calo o invariati.

"Questa è una doccia fredda per i cittadini veronesi, in particolare per coloro che vivono in montagna e si impegnano nella raccolta differenziata, raggiungendo risultati eccellenti ma vedendo le bollette crescere senza sosta," afferma il consigliere. Secondo le sue stime, i veronesi dovranno affrontare un aggravio complessivo di quasi 2 milioni di euro.

Valdegamberi punta il dito contro il metodo di ricalibrazione dei parametri, definendolo iniquo e punitivo per Verona: "I nuovi calcoli scaricano tutto il peso economico su questa provincia, favorendo territori come Belluno e Treviso." La vicenda, conclude, solleva interrogativi sulla gestione e sull'equità del sistema di tariffazione, penalizzando cittadini e amministrazioni virtuose.

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