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Morti sul lavoro in Italia: aumento delle vittime e rischi regionali preoccupanti

Morti sul lavoro in Italia: aumento delle vittime e rischi regionali preoccupanti

Incidenti sul lavoro

Foto di repertorio

Le statistiche sulle morti sul lavoro in Italia continuano a segnare un trend allarmante. Alla fine di ottobre 2024, si contano 890 vittime, con un incremento di 22 decessi (+2,5%) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Questo dato rivela una realtà preoccupante che non sembra mostrare segnali di inversione di tendenza, nonostante gli sforzi per migliorare la sicurezza sul lavoro.

Il settore delle costruzioni emerge come il più colpito, con ben 128 decessi registrati nei primi dieci mesi dell’anno, pari a una media di quasi 13 morti al mese. Il fenomeno degli incidenti mortali è esteso anche agli stranieri, che rappresentano oltre il 21% delle vittime sul lavoro. I lavoratori stranieri hanno un rischio di morte quasi triplo rispetto a quello degli italiani, con 62,8 morti ogni milione di occupati, contro i 24,0 degli italiani.

Anche la fascia di età più anziana continua a essere quella con il rischio maggiore di infortuni mortali, con una particolare incidenza tra i lavoratori di oltre 65 anni. In particolare, il gruppo più numeroso tra le vittime è quello dei lavoratori tra i 55 e i 64 anni, che rappresenta circa un terzo degli incidenti mortali.

A livello regionale, le zone più pericolose risultano essere la Valle d'Aosta, la Basilicata, l'Umbria, il Trentino-Alto Adige, la Sicilia, il Molise e la Sardegna, con un'incidenza di mortalità superiore al 25% rispetto alla media nazionale. Al contrario, le regioni più sicure sono la Toscana e le Marche, che si distinguono per le basse percentuali di infortuni mortali.

L'Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega Engineering, che ha elaborato questi dati, sottolinea che dietro ogni numero c'è una tragedia familiare. Il presidente dell'Osservatorio, Mauro Rossato, ha commentato: “Ogni anno i dati sembrano confermare una strage quotidiana che coinvolge migliaia di famiglie. Le vittime non sono solo numeri, ma persone, e il loro sacrificio non può essere ignorato”.

Nonostante l'aumento delle morti, le denunce complessive di infortunio sul lavoro sono aumentate solo dello 0,4% rispetto al 2023. In particolare, il settore manifatturiero e quello delle costruzioni continuano a registrare il numero maggiore di incidenti.

L’analisi dei dati suggerisce che le politiche di sicurezza sul lavoro debbano essere riviste e potenziate, con una maggiore attenzione alle fasce più vulnerabili, come gli anziani e i lavoratori stranieri. Le statistiche rivelano inoltre la necessità di interventi mirati a ridurre il numero degli infortuni mortali, che continuano ad essere un grave problema per il nostro Paese.


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