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Violenza di genere

Firmate le modalità attuative del Protocollo ZEUS tra Polizia di Stato e CUAV

Un importante passo per la prevenzione della violenza di genere e il recupero dei maltrattanti

Firmate le modalità attuative del Protocollo ZEUS tra Polizia di Stato e CUAV

Nella giornata di ieri venerdì 13 dicembre, nella sede di Confindustria Veneto Est, il Questore di Treviso, Alessandra Simone, e il Vice Presidente del C.U.A.V. “Una casa per l’uomo”, Elena Gajotto, alla presenza del Prefetto di Treviso, Angelo Sidoti, del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Treviso, Marco Martani, delle altre autorità civili e militari e del mondo dell’associazionismo, hanno sottoscritto le modalità attuative del Protocollo ZEUS.

Il protocollo ZEUS, ideato dalla Polizia di Stato, associa all’ammonimento del Questore un percorso trattamentale per chi si rende responsabile di condotte di violenza domestica o di atti persecutori. L'obiettivo è far assumere al maltrattante la consapevolezza del disvalore sociale e penale delle sue azioni, con la finalità di vincere la battaglia contro il fenomeno della violenza di genere, in particolare sul piano della prevenzione.

“La sottoscrizione delle modalità attuative del Protocollo ZEUS” – ha dichiarato il Questore di Treviso, Alessandra Simone – “ci consente di accompagnare il soggetto ammonito verso un percorso rieducativo. L’obiettivo” – ha continuato il Questore – “è prendere in carico il maltrattante fin da subito, ancor prima del primo schiaffo, per bloccare sul nascere la spirale di violenza. Se recuperiamo il soggetto maltrattante” – ha concluso il Questore – “non tuteleremo solo quella donna occasionalmente vittima delle sue attenzioni, ma tutte le donne con cui quell’uomo avrà a che fare nella propria vita, bloccando la cosiddetta coazione a ripetere brillantemente descritta dalla criminologia”.

“Il lavoro che facciamo nei centri per gli autori” – ha dichiarato Elena Gajotto, Vice Presidente del C.U.A.V. “Una casa per l’uomo” – “è quello di risalire alle cause più profonde della violenza, culturali e personali, lavorando sull’uomo maltrattante e offrendogli gli strumenti per controllare reazioni come la rabbia. Il percorso dura più di un anno, ma il monitoraggio va avanti nei tre anni successivi dalla conclusione del percorso. L’obiettivo” – ha concluso Elena Gajotto – “resta quello di tutelare le donne vittime di violenza e le loro famiglie”.

Dopo gli interventi del Questore e del Vice Presidente del C.U.A.V. “Una casa per l’uomo”, l’evento si è concluso con la lettura e la formale sottoscrizione delle modalità attuative tra le parti, un passaggio fondamentale per monitorare i soggetti ammoniti e ridurre il rischio di reiterazione delle condotte violente.

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