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Ospedale dell'Angelo, angioplastica entro l’ora e mezza per oltre 7 pazienti su 10: la media italiana è 5

La Cardiologia mestrina è anche tra i primi 3 presidi veneti per ricoveri dopo l’infarto miocardico

Ospedale dell'Angelo, angioplastica entro l’ora e mezza per oltre 7 pazienti su 10: la media italiana è 5

L'infarto miocardico, il tempestivo trasferimento all'Ospedale di Mestre e l'intervento di angioplastica effettuato entro novanta minuti dall'attacco cardiaco: all'ospedale l'Angelo, più di sette pazienti su dieci ricevono tale trattamento. Un risultato notevole a fronte della media nazionale italiana che si attesta a cinque. Questo dato emerge dal Programma nazionale esiti (Pne), che annovera la Cardiologia mestrina tra le eccellenze nazionali, registrando un primato anche nel volume di ricoveri per infarto miocardico acuto, ponendola tra i primi tre centri del Veneto. Inoltre, la mortalità a 30 giorni per i pazienti con scompenso cardiaco è pari all'1,93%, ben al di sotto della media nazionale del 9,63%.

"I dati ufficiali confermano costantemente uno standard di qualità estremamente elevato per la Cardiologia di Mestre nel trattamento delle patologie cardiache - afferma il primario, Sakis Themistoclakis - e il trattamento precoce dell’infarto miocardico acuto con angioplastica primaria ne è un esempio emblematico. È cruciale effettuare la rivascolarizzazione tempestivamente per preservare quanto più muscolo cardiaco possibile".

Questi temi, assieme alla gestione delle patologie cardiologiche tempo-dipendenti, il trattamento di sindromi coronariche, diagnosi e terapie per pazienti ad alto rischio clinico, la cura delle aritmie e trattamenti dello scompenso cardiaco, sono stati al centro del convegno "Utic Update". Giunto alla sua undicesima edizione, l'evento ha riunito nel fine settimana a Mestre circa 200 cardiologi tra i migliori in Italia. Referente scientifica insieme a Themistoclakis, la responsabile dell'Unità di terapia intensiva cardiologica (Utic) di Mestre, Ada Cutolo, ha spiegato: "La gestione delle patologie cardiache acute è una sfida stimolante per la cardiologia moderna, che deve prontamente adottare le novità scientifiche per ottimizzare il trattamento e la prognosi. Le UTI cardiologiche sono il fulcro nella gestione delle emergenze cardiache ad alto rischio, accogliendo pazienti che necessitano di un monitoraggio intensivo con personale altamente qualificato e tecnologie all'avanguardia per una gestione completa."

Le malattie cardiovascolari rappresentano in Europa la principale causa di morte, superando anche il cancro. "L'infarto miocardico acuto, ad esempio, è tra le patologie cardiovascolari più comuni - ricorda Themistoclakis - con oltre 100 mila ricoveri nel 2023 in Italia, di cui circa 7.200 solo in Veneto. La cardiopatia ischemica è la prima causa di mortalità cardiovascolare, con un 38% di decessi nelle donne e il 44% negli uomini. Tuttavia, la notizia incoraggiante è che in Europa, nei dieci anni passati, i trattamenti farmacologici e interventistici hanno ridotto la mortalità per infarto miocardico del 30%."

La cardiopatia ischemica è anche la principale causa di morte improvvisa: "Essa è responsabile del 75% degli episodi - continua Themistoclakis - e in Europa, la morte improvvisa rappresenta il 10-20% delle morti totali. Colpisce all'incirca 50 persone su 100 mila l’anno nella fascia d’età tra 50-60 anni. Tuttavia, può essere causata anche da una cardiomiopatia, una malattia valvolare, o patologie aritmiche ereditarie".

Le percentuali variano con l'età: nella popolazione più anziana, la cardiopatia ischemica prevale come causa di morte, mentre nei più giovani predominano le sindromi aritmiche ereditarie. Il meccanismo principale di morte improvvisa è rappresentato da aritmie ventricolari rapide che conducono all'arresto cardiaco. I defibrillatori impiantabili interrompono queste aritmie con uno shock elettrico, salvando la vita del paziente ma senza prevenire nuove recidive. L'ablazione transcatetere offre invece la possibilità di interrompere i circuiti responsabili delle aritmie, creando lesioni controllate all’interno delle camere cardiache attraverso elettrocateteri inseriti via cateterizzazione dei vasi sanguigni. In particolare, nei casi di "tempesta aritmica", l'ablazione transcatetere ha dimostrato di ridurre il rischio di recidive fino all'80%, confermandosi come una delle principali opzioni terapeutiche.

Un'altra frequente causa di mortalità cardiaca è lo scompenso cardiaco, una condizione che colpisce l'1% della popolazione sotto i 55 anni, e oltre il 10% nei maggiori di 70 anni. "I pazienti con scompenso cardiaco sono in costante aumento, con una media in Europa di 5 nuovi casi ogni mille adulti. Lo scompenso cardiaco è associato a un'elevata mortalità, con un tasso di decesso del 7,2% a un anno e di ospedalizzazione del 32%. In forma acuta, la mortalità annuale sale al 17%, con il tasso di ospedalizzazione che tocca il 44%".

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