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Rischi idrogeologici

Diga del Vanoi: la provincia ribadisce un secco "NO" al progetto

La Provincia boccia le risposte alle osservazioni: mancano sicurezza e alternative concrete

Torrente Vanoi

Il torrente Vanoi, foto di repertorio

La contrarietà della Provincia di Belluno alla diga del Vanoi resta ferma e senza cedimenti. È quanto emerge dopo la pubblicazione del documento con le risposte alle osservazioni sollevate nel corso del dibattito pubblico. Una posizione ribadita dal consigliere delegato al demanio idrico e alla Protezione civile, Massimo Bortoluzzi: «Le risposte arrivate non sono sufficienti. Non sono state valutate alternative concrete e non ci sono garanzie adeguate sulla sicurezza».

La diga, progettata dal Consorzio di Bonifica Brenta, è da tempo al centro di una controversia. Lo studio di fattibilità dell’opera aveva già suscitato un corposo elenco di perplessità da parte della Provincia, che ha approvato ben due delibere di contrarietà. Tra le preoccupazioni principali, la sicurezza geologica: il Vanoi si trova in un’area classificata come P4 dal piano di assetto idrogeologico, cioè una zona ad altissima pericolosità da frana.

Le risposte tecniche, tuttavia, non hanno sciolto i dubbi. Nel documento di risposta, i progettisti sostengono che la realizzazione di una diga in area P4 non sia automaticamente esclusa: «Non esiste un’incondizionata impossibilità a costruire opere di ritenuta in presenza di pericolosità da frane. La compatibilità geologica viene valutata anche tenendo conto degli interventi di mitigazione». Il documento rassicura sulla mancanza di condizioni che possano generare instabilità di grandi masse e giudica l’opera compatibile con il contesto.

Ma queste rassicurazioni non convincono il consigliere Bortoluzzi. «Restano perplessità sulla sicurezza e sull’incolumità del territorio, che avrà le maggiori conseguenze in caso di danni alla diga. Inoltre, è grave che il progetto non sia stato spiegato adeguatamente alla comunità bellunese, la più esposta agli eventuali rischi».

La Provincia contesta anche la mancanza di un serio confronto sulle alternative: «Non è stata considerata l’alternativa zero, né altre soluzioni al problema della siccità e della carenza idrica», aggiunge Bortoluzzi. «Rimane il dubbio che la diga possa risultare inservibile a causa dell’inghiaiamento e che l’opera sia pensata non solo per scopi irrigui, ma anche per la laminazione delle piene. Questo ulteriore aspetto non è stato chiarito».

La contrarietà della Provincia, dunque, resta immutata. Il progetto della diga del Vanoi continua a sollevare più dubbi che certezze, mentre le richieste di trasparenza e alternative sembrano cadere nel vuoto.

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