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Rischi idrogeologici

Europa Verde: "La cabinovia del Socrepes non s'ha da fare"

Cristina Guarda (Verdi/ALE) contro il progetto per Milano-Cortina 2026: "Rischi idrogeologici troppo alti"

Cristina Guarda

Cristina Guarda, consigliera regionale di Europa verde

Il progetto della cabinovia del Socrepes, previsto per le Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026, continua a far discutere. A lanciare l'allarme è Cristina Guarda, eurodeputata dei Verdi/ALE, che denuncia gravi rischi idrogeologici e paesaggistici legati alla realizzazione dell’impianto, difeso invece dal presidente della Regione Veneto, Luca Zaia. «A Cortina, l’interesse economico sembra prevalere sulla sicurezza del territorio e delle persone», afferma Guarda, esprimendo forti critiche verso un’iniziativa che, secondo lei, «beneficia pochi a discapito di molti».

L’eurodeputata fa riferimento al parere tecnico dell’Autorità di Bacino distrettuale delle Alpi Orientali, che il 6 dicembre scorso ha evidenziato problemi rilevanti legati al progetto. Tra i principali rischi, Guarda cita le condizioni geomorfologiche dell’area, caratterizzate da movimenti del suolo superiori a 2 cm/anno, e la presenza di zone già soggette a eventi alluvionali, come quelle tra i torrenti Bigontina e Boite.

«Il progetto non rispetta le prescrizioni del Piano di Gestione del Rischio Alluvioni (PGRA), stabilito dalla Direttiva Alluvioni 2007/60/CE. Inoltre, interferisce con il regime idrodinamico del Rio Lacedel», spiega Guarda, aggiungendo che l’eventuale costruzione di una stazione intermedia richiederebbe una variante urbanistica in conflitto con le normative vigenti.

Anche l’impatto paesaggistico è motivo di scontro. La Soprintendenza ha concesso un parere positivo “di massima” ma ha criticato duramente le conseguenze visive del progetto. La cabinovia, spiega Guarda, «deturperebbe il paesaggio rurale di Mortisa, una zona di alto valore storico e ambientale».

Le misure di mitigazione proposte non sarebbero sufficienti a ridurre l’impatto visivo sull’area, con effetti negativi sulle prospettive panoramiche e sul fascino del borgo.

«È necessario mettere da parte questo progetto», conclude Cristina Guarda, ribadendo la priorità della sicurezza idrogeologica rispetto agli interessi economici. Tuttavia, la Regione Veneto sembra intenzionata a procedere, come dimostrano le parole di Zaia: «L’impianto serve e verrà fatto». Il dibattito resta aperto, mentre il territorio di Cortina attende risposte chiare su un’opera che continua a dividere.

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