La popolazione straniera residente in provincia di Treviso continua a diminuire. Al 1° gennaio 2024 si contano 89.366 cittadini stranieri, un calo del 3% rispetto a due anni fa. È quanto emerge dal rapporto congiunto redatto dalla Caritas di Treviso e Vittorio Veneto, Migrantes Treviso, Anolf e Cisl Belluno Treviso, insieme a cooperative impegnate nell'accoglienza e nell'integrazione.
La flessione non è solo un dato statistico, ma un segnale della perdita di attrattività del territorio, un fenomeno che ha conseguenze significative: diminuzione delle nascite e contrazione della popolazione scolastica.
Nonostante il peso rilevante della manodopera straniera nei principali settori produttivi – il 48% delle assunzioni nelle costruzioni, il 45% in agricoltura e il 41% nel comparto Made in Italy – il territorio trevigiano fatica a trattenere e integrare i nuovi residenti. Gli esperti indicano tra le cause principali l’inflazione, la difficoltà di accesso agli alloggi e le condizioni lavorative spesso precarie.
"L’area sta attraversando una crisi demografica e sociale – sottolineano i ricercatori – con rischi di spopolamento e un aumento del fenomeno del lavoro povero". Per invertire la tendenza, il rapporto propone una strategia articolata che includa investimenti in servizi per le famiglie, miglioramento delle infrastrutture, potenziamento del welfare e maggior disponibilità di alloggi accessibili.
Un appello a interventi urgenti per scongiurare un declino che potrebbe colpire duramente non solo la popolazione straniera, ma l'intero tessuto socio-economico della provincia.
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