Cerca

Test Miles 33

Scopri tutti gli eventi

EVENTI

Attualità

Report finale operazione fiumi 2024: inquinamento chimico e maladepurazione affliggono i fiumi del Veneto

Bacchiglione, Retrone e Fratta Gorzone tra i corsi d’acqua più inquinati. SOS perfluorati alchilici, che emergono anche fuori dalla zona rossa

Report finale operazione fiumi 2024: inquinamento chimico e maladepurazione affliggono i fiumi del Veneto

Legambiente presenta oggi il report finale della campagna "Operazione Fiumi 2024", un'iniziativa di citizen science e ambientalismo scientifico che ha visto il coinvolgimento dei cittadini nel monitoraggio della qualità delle acque del Veneto. Realizzata grazie al supporto tecnico di ARPAV e con il patrocinio delle Autorità di Bacino Distrettuali del Fiume Po e delle Alpi Orientali, l'iniziativa ha coinvolto 13 corsi d’acqua della regione, con 120 campioni prelevati e analizzati.

L’edizione 2024 ha messo sotto osservazione, oltre ai tradizionali batteri fecali Escherichia coli, anche inquinanti chimici quali il glifosato e i PFAS. I risultati rivelano che l'inquinamento da PFAS non solo persiste nelle zone tradizionalmente più contaminate (Vicenza, Verona, Padova), ma si estende anche ad altre aree, come il Sile e l'Adige, mostrando la necessità urgente di un monitoraggio continuo e di azioni concrete per la tutela delle acque e della salute pubblica.

Il glifosato, ampiamente utilizzato in agricoltura, è stato rilevato in eccesso in tre punti della regione: il Canalbianco a Loreo, il Sile a Cavallino Treporti e il Dese a Venezia. Nonostante il superamento del limite legale, i valori restano comunque sotto controllo in gran parte della regione.

I PFAS, pericolosi inquinanti chimici, sono stati rilevati in 15 dei 16 punti monitorati, con anomalie rilevate in 6 campioni, tra cui la presenza di composti mai registrati prima d’ora, come l’ADONA e l’HFPO-DA. I fiumi maggiormente contaminati da PFAS includono il Fratta-Gorzone, il Retrone e il Sile.

Sul fronte della depurazione, i risultati mostrano che il 17% dei punti monitorati ha superato il limite di legge di 5.000 MPN/100ml, mentre il 52% ha valori superiori all’indice di buona qualità suggerito da ARPAV (1.000 MPN/100ml). Tra le maggiori criticità emerge il fiume Retrone, che presenta valori di batteri fecali fuori scala per il quarto anno consecutivo, con picchi preoccupanti anche nel Bacchiglione e nel Piovego.

Piergiorgio Boscagin, Segreteria di Legambiente Veneto, sottolinea come i dati raccolti evidenziano la diffusione dei PFAS anche al di fuori delle aree storicamente contaminate, confermando l’urgenza di un monitoraggio costante e di politiche di prevenzione. “I PFAS continuano a contaminare i nostri fiumi e la loro presenza, che si estende anche a nuove sostanze, richiede risposte urgenti da parte delle istituzioni,” afferma.

In relazione alla problematica dei PFAS, Legambiente, insieme a MAMME NO PFAS, Cgil Veneto e altre organizzazioni, è oggi in presidio presso il tribunale di Vicenza, per sollecitare risposte concrete in merito alla gestione della contaminazione.

Coop Alleanza 3.0, che sostiene la campagna Operazione Fiumi, si conferma un attore fondamentale nella promozione di comportamenti ecologicamente responsabili. “La cooperativa è impegnata a garantire filiere agroalimentari più sostenibili, con una riduzione dell'uso di risorse come l’acqua e dei prodotti chimici,” afferma la Vice Presidente di Legambiente Veneto, Giulia Bacchiega, ribadendo l'importanza di una transizione ecologica per un futuro più sostenibile.

Legambiente invita le istituzioni a intraprendere azioni decisive per tutelare la qualità delle acque e promuovere politiche efficaci per il ripristino fluviale e la protezione della salute pubblica.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edizione