Le disuguaglianze salariali tra il Nord e il Sud Italia sono ancora evidenti, con una differenza netta nelle retribuzioni dei lavoratori dipendenti del settore privato. I dati della Cgia di Mestre rivelano che, in media, i dipendenti del Nord guadagnano circa 2.000 euro lordi al mese, mentre quelli del Sud si fermano a circa 1.350 euro, con uno scarto di ben 8.450 euro lordi all’anno, pari a un incremento del 50% per chi lavora al Nord.
Questa disparità si riflette anche sulla tredicesima mensilità, che in questi giorni ha mostrato una differenza tra le due aree. Nonostante l'abolizione delle gabbie salariali nel 1972, i Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro (Ccnl) non sono riusciti a ridurre le forti differenze retributive tra le regioni, sebbene alcune disuguaglianze siano state attenuate a livello settoriale.
Le cause principali di queste disuguaglianze, secondo la Cgia, sono il più alto costo della vita e la maggiore produttività al Nord, nonché la diffusione di contratti precari e a termine nel Sud, come quelli part-time involontari e stagionali. Inoltre, la concentrazione di multinazionali, grandi gruppi industriali e istituti finanziari nelle grandi città del Nord contribuisce a stipendi più elevati rispetto alle piccole e medie imprese del Sud.