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Settore in crisi
23.12.2024 - 16:30
Foto di repertorio
La gestione delle polizze assicurative in agricoltura sta attraversando una fase di incertezze che preoccupa profondamente il settore. La Coldiretti Veneto, insieme ai Condifesa locali, ha fatto il punto della situazione per valutare come affrontare il rischio che potrebbe minare la solidità di un sistema che da oltre 50 anni garantisce la protezione delle aziende agricole venete.
Secondo Carlo Salvan, presidente regionale di Coldiretti Veneto, la situazione è allarmante. “Il lavoro svolto dai Condifesa del Veneto – che comprendono le province di Treviso, Vicenza, Belluno, Verona e Veneto Est – è cruciale per la tutela delle nostre aziende. Attraverso polizze assicurative e strumenti mutualistici, questi enti sono fondamentali per garantire la stabilità di un settore sempre più vulnerabile a fattori climatici ed economici”.
In Veneto, il capitale assicurato per i prodotti vegetali ha superato 1,1 miliardi di euro, con premi assicurativi anticipati che ammontano a oltre 140 milioni di euro. Di questi, 125 milioni risultano ancora in essere, con l’attesa di contributi pubblici pari a circa 82 milioni di euro, risorse vitali per sostenere le imprese agricole. Tuttavia, i ritardi nell’assegnazione dei fondi stanno mettendo a dura prova i consorzi di difesa e, di riflesso, le aziende agricole che dipendono da questi aiuti.
"Le difficoltà riguardano in particolare alcuni comparti – continua Salvan. Gli imprenditori agricoli attendono ancora 2,2 milioni di euro per la zootecnia e oltre 3 milioni per le serre. Questi ritardi stanno mettendo a rischio la tenuta finanziaria delle aziende, aggravata anche da un aumento dei costi assicurativi e da sinistri sempre più frequenti. Le polizze stanno subendo l’impatto di franchigie più alte, limitazioni nelle coperture e l’esclusione di alcune garanzie, fattori che aumentano le difficoltà per le imprese”.
A complicare ulteriormente la situazione, si aggiunge l’incremento dei costi finanziari, legato all’aumento dei tassi di interesse. Dal 2022, l’Euribor è passato da valori negativi a un tasso superiore al 3%, con conseguenti aumenti sui costi finanziari delle imprese. “In Veneto, nel solo 2024, gli interessi passivi hanno superato i 4 milioni di euro, una cifra insostenibile per molte aziende”, sottolinea Salvan.
Un altro nodo cruciale è rappresentato dai fondi mutualistici, i cui ritardi stanno creando incertezze significative. Dal 2019 al 2024, sono previsti oltre 12 milioni di euro per risarcire danni causati da gravi fitopatie come flavescenza dorata, mal dell’esca, peronospora e fusariosi. Inoltre, il mancato avvio del Piano di Gestione Individuale del Rischio (PGIR) per il 2024 ha bloccato l’intero iter contributivo, creando ulteriori dubbi per l’anno 2025.
Per far fronte a queste difficoltà, Coldiretti Veneto chiede interventi concreti e tempestivi a livello nazionale. “È fondamentale avere tempi certi per l’erogazione dei contributi, anche se in percentuali inferiori rispetto al passato, ma che diano certezza. Serve un rafforzamento dei fondi mutualistici, sostenuti dalla contribuzione pubblica, che possano integrare o sostituire le assicurazioni tradizionali. È impensabile avviare un nuovo anno assicurativo senza aver prima risolto i blocchi preesistenti”, conclude Salvan.
La situazione resta incerta, ma la speranza è che il settore agricolo veneto, simbolo di resilienza e innovazione, possa superare queste difficoltà grazie a interventi mirati e tempestivi da parte delle istituzioni.
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