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Ambiente
02.01.2025 - 09:50
Il Polesine si trova nuovamente a fare i conti con un nemico invisibile ma pericoloso: lo smog. L'intera provincia è sotto la cappa delle polveri sottili, con un'allerta arancione che si estende almeno fino a domani. Un inizio d'anno che non promette nulla di buono, considerando che il 2024 si è chiuso con un bilancio preoccupante: ben 57 giornate di sforamento dei limiti di PM10 a Rovigo, a fronte delle 35 consentite dalla legge. Anche Adria e Badia non sono da meno, con rispettivamente 38 e 56 sforamenti.
Negli ultimi giorni del 2024, la situazione è peggiorata ulteriormente. A Rovigo, le concentrazioni di PM10 hanno superato i limiti per cinque giorni consecutivi, crescendo da 58 microgrammi per metro cubo a 87 microgrammi il 31 dicembre. Un aumento del 74% rispetto al consentito, che ha reso l'aria irrespirabile proprio durante le festività. E mentre ci si interroga su come affrontare questa emergenza, la città si prepara a registrare il primo sforamento del 2025.
In risposta a questa situazione critica, le autorità locali hanno imposto una nuova stretta sui veicoli inquinanti. Tuttavia, ci si chiede se queste misure siano sufficienti a lungo termine. L'allerta arancione, che indica un livello di inquinamento significativo, è destinata a durare almeno fino al prossimo bollettino dell'ARPAV, previsto per domani.
Ma anche Badia e Adria non sono da meno, con numeri che testimoniano un problema diffuso. In particolare, Adria ha visto un aumento degli sforamenti proprio negli ultimi giorni dell'anno, segno che la situazione è critica in tutta l'area. Le polveri sottili, infatti, non conoscono confini e si diffondono rapidamente, colpendo indistintamente tutte le zone.
Il nuovo anno si apre con molte incognite. Se da un lato le misure adottate potrebbero portare a un miglioramento temporaneo, dall'altro è chiaro che serve un approccio più strutturato e a lungo termine.
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