La crisi del settore automotive continua a farsi sentire, con un impatto diretto sulle esportazioni e sugli investimenti nel comparto della meccanica. La situazione è particolarmente preoccupante per le micro e piccole imprese della meccanica, che stanno affrontando un calo significativo del fatturato e un aumento del ricorso agli ammortizzatori sociali.
Loris Balliana, vicepresidente vicario di Confartigianato Imprese Marca Trevigiana, esprime preoccupazione per la recessione che sta investendo il settore, soprattutto per l’indotto meccanico legato all’automotive. «La crisi dell’auto colpisce un esteso indotto, dominato dai settori della meccanica», ha dichiarato. Le imprese artigiane della Marca Trevigiana hanno registrato un calo del 2,9% nelle vendite di macchinari sul mercato tedesco, una performance migliore rispetto alla media veneta (-10,7%), ma comunque in negativo. A livello nazionale, il fatturato delle micro e piccole imprese della meccanica è diminuito di 5,1 miliardi di euro nei primi otto mesi del 2024, con minori ricavi per 21 milioni di euro al giorno.
Nonostante ciò, Treviso ha saputo resistere meglio rispetto alla media regionale grazie a un elevato indice di specializzazione della meccanica (155 contro la media regionale di 145). Questo ha permesso alla provincia di Treviso di collocarsi al 15° posto tra le province italiane per l’importanza del settore meccanico, che rappresenta il 7% dell’occupazione provinciale, contro il 6,1% del Veneto e il 4,2% a livello nazionale.
La crisi non è solo determinata dal rallentamento dell’automotive, ma anche dagli effetti della stretta monetaria e dalla crescente burocrazia. «La ricaduta della crisi dell’auto sulle imprese della meccanica è amplificata dagli effetti recessivi della stretta monetaria» ha spiegato Balliana. Il costo del credito alle imprese, che a ottobre 2024 ha raggiunto il 4,85%, è aumentato significativamente, riducendo la capacità delle imprese di investire in nuovi macchinari. Inoltre, l’eccessivo carico burocratico, in particolare legato agli incentivi per la Transizione 5.0, sta rallentando l’adozione delle nuove tecnologie da parte delle imprese.
La crisi sta anche avendo un impatto negativo sull’occupazione, come dimostra l’aumento del ricorso agli ammortizzatori sociali. Nel 2024, gli assegni di integrazione salariale nella Marca Trevigiana sono aumentati del 54,2%, una percentuale superiore alla media veneta (+90,1%). Nonostante la difficoltà, la digitalizzazione si è rivelata un fattore chiave di competitività per le imprese trevigiane. Il 74,5% delle imprese della meccanica ha investito in nuove tecnologie digitali, un dato superiore al 69,6% della manifattura.
Tuttavia, le opportunità offerte dalla transizione green non sono ancora completamente sfruttate. Solo il 34,8% delle imprese meccaniche ha investito in tecnologie per il risparmio energetico e la riduzione dell’impatto ambientale, un dato inferiore rispetto al 41,5% della manifattura. La sfida per il futuro è quindi quella di continuare a puntare sulla digitalizzazione e sull’innovazione, affrontando al contempo le difficoltà economiche e burocratiche che pesano sul settore.