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Immigrazione e lavoro: una risorsa per il Veneto

Stranieri e occupazione: il 12,1% degli occupati e il 16,3% delle imprese artigiane parlano straniero

Roberto Boschetto presidente Confartigianato Imprese Veneto

Il presidente di Confartigianato Veneto Roberto Boschetto

Sfruttare le potenzialità dell’immigrazione può rappresentare una strategia vincente per affrontare la carenza di personale qualificato e sostenere l’economia del Veneto. Secondo l’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Veneto, al 1° gennaio 2024 i cittadini stranieri residenti in Italia erano 5,3 milioni, pari all’8,9% della popolazione. In Veneto, questa quota sale al 10,4%, con 505.000 residenti, confermando la regione come un centro nevralgico per l’accoglienza.

Dal punto di vista lavorativo, il contributo degli stranieri è significativo: in Italia si contano 2,3 milioni di lavoratori stranieri, il 10,1% degli occupati. Il Veneto si distingue con 260.300 lavoratori stranieri, pari al 12,1% del totale regionale. Nel 2023, si stimavano oltre 1 milione di ingressi di lavoratori immigrati, di cui 113.160 solo in Veneto, il 21,5% delle assunzioni regionali previste.

"Non possiamo limitarci a gestire l’immigrazione in modo emergenziale – ha dichiarato il Presidente di Confartigianato Veneto, Roberto Boschetto –. Servono politiche di integrazione e formazione mirata. Gli stranieri possono colmare il divario demografico e contribuire alla nostra economia, ma dobbiamo investire in programmi che preparino i lavoratori già nei Paesi d’origine".

Uno strumento utile è l’apprendistato: nel 2023, in Veneto, gli apprendisti stranieri sono stati 12.347, il 15,9% del totale. Tuttavia, il mismatch tra competenze richieste e formazione disponibile rimane una sfida cruciale.

La presenza straniera è rilevante anche nel panorama imprenditoriale. Nel 2023, in Veneto si contavano 54.301 imprese straniere (11,6% del totale regionale), di cui 19.758 artigiane, pari al 16,3% dell’artigianato locale. Cinesi, romeni e marocchini guidano le classifiche delle nazionalità più rappresentate tra gli imprenditori.

Nonostante questi numeri, le difficoltà non mancano. Il 48,8% degli stranieri in Italia possiede solo la scuola dell’obbligo, con un elevato tasso di abbandono scolastico tra i giovani. "Le imprese non possono affrontare da sole queste criticità – ha aggiunto Boschetto –. È essenziale un’azione congiunta tra pubblico e privato per migliorare la formazione linguistica, il riconoscimento delle qualifiche e l’integrazione lavorativa".

L’artigianato, spesso porta d’ingresso per molti stranieri, può diventare il motore di una vera inclusione sociale ed economica. Ma per riuscirci, conclude Boschetto, "dobbiamo sviluppare politiche strutturali che valorizzino le competenze degli stranieri e promuovano la conoscenza del nostro sistema economico e normativo".

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