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Situazione critica
10.01.2025 - 17:14
Foto dello stabilimento di via Castellana
Pro-Gest Spa, una delle aziende storiche del nostro territorio, ha ufficialmente avviato la procedura di composizione negoziata della crisi, secondo quanto previsto dal Codice della Crisi e dell’Insolvenza. Una mossa che arriva dopo mesi di incertezze e rinvii, che hanno visto la società non onorare i propri impegni finanziari: il default su 200 milioni di bond scaduti e il mancato pagamento della cedola su altri 250 milioni di obbligazioni in scadenza a luglio 2024. L’annuncio di dicembre 2024, che conferma anche l’impossibilità di rimborsare il prestito obbligazionario in scadenza, non è più una sorpresa, ma un triste epilogo di una situazione già segnata.
Dal gennaio 2024, l’azienda ha mostrato un’incapacità sistematica di rispondere alle richieste di chiarimento e di dialogo da parte delle istituzioni e dei sindacati. Nonostante le continue promesse, i cosiddetti piani industriali, che avrebbero dovuto ridare speranza alla situazione, non si sono mai concretizzati. Un immobilismo che ha lasciato in balia dell’incertezza circa mille lavoratori, che ogni giorno si trovano a dover affrontare una precarietà senza precedenti.
Questa mancanza di azione ha avuto effetti devastanti sulla capacità produttiva dell’azienda, che una volta rappresentava un’eccellenza per il nostro territorio. La dispersione delle competenze e la perdita di fiducia da parte degli investitori hanno ridotto drasticamente le possibilità di una ripresa.
In questo scenario critico, è fondamentale che Pro-Gest presenti finalmente una proposta concreta e credibile, che non riguardi solo gli aspetti finanziari, ma che comprenda anche il rilancio produttivo e la salvaguardia dei posti di lavoro. Un confronto serio con le rappresentanze dei lavoratori deve diventare una priorità, in modo che le soluzioni proposte possano realmente tutelare chi ha investito nella crescita dell’azienda e nel suo sviluppo.
Per evitare che la crisi si aggravi ulteriormente, è urgente convocare un tavolo di discussione con le parti sociali presso il MIMIT (Ministero delle Imprese e del Made in Italy), per definire un percorso che porti a soluzioni concrete e sostenibili. Il tempo è scaduto, e l’azienda non può più permettersi di perdere altro tempo senza affrontare la realtà della sua situazione.
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