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progetto europeo AidMIRE

Cataclismi e emergenze sanitarie: la cooperazione transfrontaliera tra Italia, Slovenia e Croazia

Un decennio di formazione e simulazioni per affrontare maxi emergenze sanitarie nei territori di confine, grazie al progetto AidMIRE

Progetto AidMIRE ULSS3

Progetto AidMIRE ULSS3

Nel cuore dell’Europa, a pochi passi dal confine tra Italia e Slovenia, la sanità delle due nazioni sta affrontando un'importante sfida: prepararsi a gestire maxi emergenze sanitarie che potrebbero interessare entrambe le sponde del confine. Da quasi dieci anni, Ulss 3 Serenissima, l’Azienda sanitaria universitaria giuliano isontina di Trieste (Asugi), l’Ospedale di Isola, la Casa della salute di Isola e la Casa della salute di Sežana collaborano intensamente, grazie al progetto europeo AidMIRE (Aid to Major Incident Response Evolvement), per sviluppare un sistema di risposta condiviso e senza barriere.

Le simulazioni e le esercitazioni hanno messo alla prova le competenze dei soccorritori in scenari estremi, come catastrofi naturali, attentati terroristici, disastri industriali e incidenti automobilistici gravi, anche su scenari marittimi. Da incidenti simulati a Nova Gorica e Marghera a un’imminente esercitazione che avverrà in Slovenia a maggio 2025, questi eventi hanno testato la prontezza dei sistemi sanitari e la capacità di superare le differenze logistiche e linguistiche.

"Le simulazioni sul campo sono fondamentali per affinare le procedure e la gestione delle maxi emergenze", spiega Biagio Epifani, responsabile scientifico del progetto e primario del Pronto Soccorso di Mirano. "Ci permettono di verificare l’efficacia delle tecnologie e dei protocolli in situazioni complesse e transfrontaliere, dove la coordinazione tra i sistemi sanitari di due nazioni è fondamentale."

La formazione condivisa è il punto di forza di AidMIRE, che in questi anni ha offerto 65 corsi a medici, infermieri e soccorritori, con un centinaio di operatori sanitari coinvolti. I fondi europei, che superano i 600 mila euro, hanno permesso l’acquisto di attrezzature tecnologiche avanzate come software di realtà aumentata, visori immersivi e ecografi portatili, che migliorano la diagnosi e il trattamento nei contesti di emergenza.

Uno degli sviluppi più interessanti del progetto è l'introduzione di un ponte radio transfrontaliero, che velocizza la comunicazione tra i centri di coordinamento delle emergenze in Italia e Slovenia, creando un canale unico per le operazioni di soccorso. Inoltre, le centrali operative del Suem 118, grazie agli strumenti innovativi come i rilevatori per il triage d’emergenza, sono pronte ad affrontare situazioni di crisi con maggiore efficienza.

Il decennio di collaborazione ha rafforzato la rete di soccorso e migliorato l’assistenza sanitaria per milioni di cittadini che vivono o transitano nelle aree di confine. “La cooperazione tra i diversi partner del progetto ha portato un valore aggiunto enorme, sia in termini di preparazione che di capacità di rispondere prontamente alle emergenze”, sottolinea Sandro Centonze, direttore di Ricerca e Innovazione di Asugi.

Per i protagonisti di questa cooperazione, come Martina Stanič dell’Ospedale di Isola, la formazione condivisa ha anche un forte impatto sul miglioramento dell'affidabilità, della flessibilità linguistica e dell’efficienza complessiva dei servizi sanitari. “Il nostro ospedale ha sempre garantito esperienza e supporto ai nostri partner, e continuerà a farlo", afferma con convinzione.

Katerina Rihter della Casa della Salute di Sežana e Igor Crnić della Casa della Salute di Isola concordano sul fatto che la cooperazione va oltre gli ospedali, con l’obiettivo di creare soluzioni condivise e normative comuni per gestire le emergenze transfrontaliere.

Dieci anni di impegno che, con la continua evoluzione delle tecnologie e la formazione congiunta, stanno gettando le basi per una risposta sanitaria sempre più rapida ed efficace a qualunque tipo di catastrofe nei territori di confine.

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