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Precarietà e crisi
17.01.2025 - 19:17
Tiziana Basso
I dati sul mercato del lavoro in Veneto per il 2024 non sembrano offrire buone notizie, nonostante le dichiarazioni ottimistiche della Regione. Tiziana Basso, Segretaria generale della Cgil Veneto, ha infatti messo in luce come i numeri presentati dall’amministrazione Zaia, che parlano di un aumento di 28.500 posti di lavoro, non riflettano la reale situazione. Nel 2023, infatti, il saldo delle assunzioni era stato di ben 37.000 posti, un dato significativamente più alto.
Inoltre, Basso solleva un altro aspetto critico, quello dei contratti. Sebbene vi sia una certa crescita nell’occupazione, la tipologia di contratti offerti non sembra essere stabile. I contratti a tempo indeterminato, che dovrebbero essere il segno di un’occupazione stabile e duratura, sono diminuiti drasticamente, passando dai 34.600 del 2023 ai 29.100 del 2024. Al contrario, aumentano i contratti precari e quelli part-time, con gravi implicazioni per la sicurezza economica dei lavoratori.
Un altro fattore che preoccupa è l’aumento delle ore di cassa integrazione, segno di un forte rallentamento produttivo, soprattutto nel settore manifatturiero. Le aziende, infatti, sembrano essere costrette a ricorrere a questa misura per far fronte a una crisi che non accenna a diminuire. «Se le ore lavorate continuano a calare così drasticamente, chi lavora nel manifatturiero rischia di impoverirsi ulteriormente», ha dichiarato la leader della Cgil Veneto.
Per Basso, il Veneto sta affrontando un vero e proprio declino del suo settore manifatturiero, una vocazione storica della regione che rischia di essere persa. La chiusura di aziende e la perdita di posti di lavoro sono segnali di un grave problema che non può essere ignorato. Secondo la sindacalista, la soluzione passa attraverso politiche industriali serie, anche a livello regionale, orientate alla reindustrializzazione e alle riconversioni nei settori digitale, energetico ed ecologico. Inoltre, è fondamentale che le politiche mirino a qualificare il lavoro, migliorando i salari e offrendo condizioni più dignitose per i lavoratori.
La Cgil Veneto, quindi, lancia un allarme sul futuro del mercato del lavoro regionale e invita a un cambio di rotta per evitare che la precarizzazione e la crisi delle aziende diventino fenomeni irreversibili.
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