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Trump torna alla Casa Bianca, preoccupazione per le imprese vicentine: i dazi in arrivo minacciano l'export

L'amministrazione Trump potrebbe penalizzare le esportazioni verso gli Stati Uniti, creando nuove sfide per le aziende artigiane venete

Donald J. Trump

Donald J. Trump

Con il ritorno di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti, le aziende venete, tra cui quelle artigiane, guardano con crescente preoccupazione alla politica dei dazi che l’ex presidente intende adottare. Una politica che potrebbe compromettere significativamente l'export verso il mercato statunitense, uno dei principali per le imprese vicentine.

Dal 20 gennaio 2025, Donald Trump torna alla guida degli Stati Uniti e, già prima del suo insediamento ufficiale, le voci di possibili dazi sulle importazioni hanno sollevato non poche preoccupazioni. Le aziende venete, che guardano agli Stati Uniti come al terzo mercato di riferimento per le proprie esportazioni, temono che l’imposizione di nuovi dazi possa penalizzare pesantemente le proprie vendite. Le esportazioni verso gli Stati Uniti rappresentano infatti il 9,1% dell’intero export veneto, subito dopo la Germania (13,3%) e la Francia (11,6%).

“La situazione è già difficile di per sé, e l'introduzione di dazi sulle importazioni potrebbe essere un ulteriore colpo per le nostre imprese,” commenta Gianluca Cavion, presidente di Confartigianato Imprese Vicenza. Gli Stati Uniti sono il secondo mercato di destinazione delle esportazioni manifatturiere della provincia, con un valore pari a 2,16 miliardi di euro nell'ultimo anno (ottobre 2023-settembre 2024), posizionando Vicenza al sesto posto a livello nazionale per valore delle esportazioni verso il mercato statunitense.

Tuttavia, i numeri più recenti parlano chiaro: nei primi nove mesi del 2024, l’export vicentino verso gli Stati Uniti ha registrato una flessione del 7,6%, ben al di sopra della media regionale (-4,8%) e nazionale (-1,5%). I settori maggiormente penalizzati sono la metallurgia (-35,4%, pari a -78,1 milioni di euro), l’oreficeria (-12,1%, pari a -41,7 milioni di euro) e i prodotti chimici (-52,9%, pari a -28,4 milioni di euro).

Nonostante si tratti di una flessione quasi fisiologica, soprattutto considerando il contesto geopolitico globale, la preoccupazione cresce se gli Stati Uniti dovessero procedere con l’annunciato aumento dei dazi. Infatti, un’indagine condotta da Confartigianato Vicenza, coinvolgendo oltre 450 imprenditori artigiani e titolari di micro e piccole imprese, ha rivelato che uno su quattro ritiene che un aumento dei dazi statunitensi potrebbe danneggiare gravemente la propria attività.

Le previsioni sono allarmanti: secondo il National Board of Trade Sweden, un aumento dei dazi tra il 10% e il 20% potrebbe ridurre l'export dell'Italia verso gli Stati Uniti rispettivamente del 4,3% e del 16,8%. Per Vicenza, ciò potrebbe tradursi in una perdita compresa tra i 93,0 e i 363,2 milioni di euro.

“Le imprese vicentine che, in questi anni, hanno investito per penetrare il mercato statunitense potrebbero trovarsi di fronte a difficoltà imponenti. I dazi sarebbero un ulteriore ostacolo in un panorama internazionale sempre più complesso,” continua Cavion, che sottolinea come le imprese artigiane abbiano ormai consolidato una forte presenza sul mercato statunitense. “Se dovessero essere introdotti, chiediamo un impegno concreto da parte dell’Europa e del Governo italiano per contrastare gli effetti negativi sui nostri export,” aggiunge Cavion.

In attesa di sviluppi, Confartigianato Vicenza è al fianco delle imprese, aiutandole a navigare tra le sfide del mercato e a identificare nuove opportunità. Cavion conclude: “In un momento così critico, la capacità di innovare e diversificare, puntando anche su nuovi mercati e servizi, potrebbe fare la differenza.”

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