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furto di farmaci salvavita

Contrabbando di farmaci all'ospedale di Treviso: grave carenza di controlli e omissioni strutturali

Zanoni (Europa Verde) denuncia le gravi responsabilità nella gestione del sistema sanitario. La Procura indaga sul furto di farmaci salvavita, rivenduti in Russia a prezzi esorbitanti

TREVISO - OSPEDALE©NICOLA FOSSELLA

TREVISO - OSPEDALE©NICOLA FOSSELLA

Un altro scandalo scuote la sanità veneta. La Procura della Repubblica di Treviso ha avviato un'indagine su un furto di farmaci antitumorali e salvavita, rubati dal deposito dell'ospedale di Treviso. I farmaci, dal valore di milioni di euro, sarebbero stati rivenduti in Russia a prezzi maggiorati, fino a mille volte superiori al costo originario. Le forze dell'ordine, grazie a una perquisizione dei NAS dei Carabinieri, hanno recuperato una parte della merce rubata per un valore di 320.000 euro, ma i dettagli emersi gettano luce su una gestione del sistema sanitario regionale decisamente carente.

Andrea Zanoni, consigliere regionale di Europa Verde, ha rivelato che il furto riguarda anche farmaci salvavita, con alcuni prodotti dal costo di 10.000 euro a scatola. "Questi farmaci, inclusi quelli con effetti stupefacenti, non erano nemmeno custoditi sottochiave", ha sottolineato Zanoni, ricordando come già nel 2023 avesse sollevato il problema della carenza di farmaci presso l'Ulss 2 con due interrogazioni all’assessore regionale Lanzarin.

Nonostante le segnalazioni di Zanoni, che avevano evidenziato le anomalie nel sistema di gestione dei farmaci, e le promesse di riorganizzazione delle strutture da parte della Regione, il problema non è stato affrontato. "Sono incredibile che un ospedale come quello di Treviso non abbia ancora un sistema digitalizzato di controllo dei farmaci", ha dichiarato il consigliere regionale, denunciando la totale inefficienza del sistema e le gravi responsabilità di chi guida l’assessorato e l’azienda sanitaria.

L'ipotesi d'indagine suggerisce che i farmaci, tra cui quelli destinati a pazienti oncologici e anziani nelle case di riposo, venissero sottratti per poi essere rivenduti illegalmente, approfittando della mancanza di controlli efficaci. "La cosa più grave è che questo è emerso non grazie a un controllo interno, ma a una segnalazione anonima", ha osservato Zanoni, mettendo in evidenza la drammatica inadeguatezza del sistema sanitario.

La storia del furto di farmaci a Treviso non è un caso isolato: "L'Ulss di Treviso è proprio un colabrodo", ha commentato ancora Zanoni, facendo riferimento al precedente scandalo che ha coinvolto una dipendente accusata di aver sottratto 4 milioni di euro dalle casse dell'ex Ulss 9. "Questi reati sono stati scoperti solo per caso e grazie a interventi esterni", ha concluso il consigliere regionale, chiedendo urgenti interventi per garantire la sicurezza dei farmaci e dei pazienti.

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