Cerca

Test Miles 33

Scopri tutti gli eventi

EVENTI

Legge Calderoli

Autonomia differenziata: la Consulta boccia il referendum, ma ammette altri 5 quesiti

La Corte Costituzionale respinge la proposta di abrogazione della legge sull'autonomia differenziata delle Regioni, mentre approva altri temi legati a cittadinanza, lavoro e contratto collettivo

Venezia bandiera gonfalone

Immagine di repertorio

La Corte Costituzionale ha dichiarato inammissibile il referendum abrogativo della legge sull'autonomia differenziata delle Regioni, respingendo dunque la possibilità di consultare il popolo su uno dei temi più discussi della politica italiana. La sentenza è stata emessa dai giudici della Consulta, che hanno rilevato come “l’oggetto e la finalità del quesito non risultano chiari” per una corretta valutazione costituzionale.

L'udienza di oggi, durata circa due ore, si è svolta a porte chiuse a Palazzo della Consulta e ha visto la partecipazione dei rappresentanti dei promotori dei sei quesiti referendari. Tra questi, oltre all’autonomia differenziata, figuravano anche tematiche legate a lavoro e cittadinanza, tutte oggetto di valutazione da parte della Corte. La decisione finale ha escluso il quesito sull'autonomia differenziata, ma ha invece ammesso gli altri cinque referendum. Tra questi, figurano quelli sul diritto di cittadinanza, sul Jobs Act, sull'indennità di licenziamento nelle piccole imprese, sui contratti di lavoro a termine e sulla responsabilità solidale del committente negli appalti.

La Corte aveva già preso posizione sulla legge Calderoli il mese scorso, sollevando dubbi in merito alla compatibilità costituzionale su vari aspetti della norma, tra cui la definizione dei Livelli Essenziali di Prestazione (LEP) e le aliquote sui tributi erariali. Per quanto riguarda l'autonomia differenziata, il rischio di incertezze giuridiche aveva portato alla decisione di non ammettere il referendum.

Il prossimo appuntamento significativo sarà il 10 febbraio, quando la Corte Costituzionale renderà pubbliche le motivazioni che hanno portato a questa decisione. Da segnalare, inoltre, che l’attuale composizione della Corte è parzialmente incompleta, poiché i quattro giudici di nomina parlamentare non sono ancora stati eletti, e la seduta a camere riunite per eleggerli è stata fissata per giovedì 23 gennaio.

Con questa sentenza, il destino del referendum sull’autonomia differenziata sembra segnato, ma restano aperti gli sviluppi legati agli altri temi referendari, che continueranno a essere al centro del dibattito politico e sociale.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edizione