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Riconoscimento della cittadinanza

"Ius sanguinis" e ricerche archivistiche: nuovi diritti per l'accesso alla documentazione storica

Il Comune di Verona introduce una tassa per il rilascio dei certificati di stato civile datati oltre un secolo, in risposta all’alto numero di richieste e all’impegno del personale amministrativo

Albero genealogico della famiglia Gonzaga

Immagine di repertorio

Il Comune di Verona ha deciso di introdurre un nuovo sistema di diritti per il rilascio della documentazione archivistica, con particolare riferimento alle richieste di riconoscimento della cittadinanza italiana per discendenza. La decisione è arrivata in risposta all’aumento delle istanze e alla crescente mole di lavoro per il personale degli uffici comunali.

Ogni anno, l’Archivio dello Stato Civile, sotto la Direzione Servizi ai Cittadini, riceve circa 880 richieste di certificati e estratti di stato civile, provenienti da persone che cercano di ricostruire la propria linea di discendenza o che necessitano di documentazione per procedere con la domanda di cittadinanza italiana per iure sanguinis. Questo processo è reso complicato dal fatto che le informazioni fornite dai richiedenti sono spesso insufficienti o imprecise, con il risultato che solo il 13% delle richieste può essere evaso con successo.

Federico Benini, Assessore ai Servizi Demografici, spiega che la mole di lavoro legata alla ricerca di atti di stato civile risalenti fino al 1871 rappresenta un onere significativo per gli uffici comunali. La delibera adottata dalla Giunta prevede, quindi, l’introduzione di una tassa di 500 euro per ogni richiesta di riconoscimento della cittadinanza italiana da parte di maggiorenni con discendenza da un avo italiano. Inoltre, un contributo di 300 euro sarà richiesto per le richieste di certificati o estratti di stato civile risalenti a oltre un secolo, a condizione che siano forniti almeno i dati minimi essenziali (nome, cognome e i genitori). Se, invece, il richiedente fornisce l’anno esatto di produzione del documento, la tassa verrà ridotta a 100 euro, dato che la ricerca risulterà notevolmente semplificata.

Questa misura mira a bilanciare l’aumento delle richieste con le risorse disponibili, assicurando che il lavoro dell’Ufficio possa essere gestito in modo più efficiente, pur mantenendo il servizio di supporto alla cittadinanza.

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