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Emergenza ambientale
28.01.2025 - 15:35
Cristiano Corazzari
La Regione del Veneto si prepara a combattere l’invasione del Granchio Blu con un imponente piano di intervento da 3 milioni di euro. Due progetti, uno già avviato e l’altro in partenza, coinvolgeranno il mondo della ricerca scientifica e dei pescatori per arginare la diffusione di questa specie aliena che minaccia gli equilibri ambientali e le attività economiche locali.
Il primo progetto, che parte a marzo 2025, è finanziato con 1,5 milioni di euro tramite i fondi FEAMP 2021-2027. Prevede il coinvolgimento diretto dei pescatori delle lagune venete, che si occuperanno della cattura di esemplari di Granchio Blu non commerciabili. L’iniziativa ha anche lo scopo di esplorare le possibilità di riutilizzo commerciale degli scarti, in un’ottica di economia circolare.
Il secondo progetto, già approvato dalla Giunta regionale e anch'esso del valore di 1,5 milioni di euro, unisce le risorse di ARPAV, Veneto Agricoltura, Università di Padova e Università di Venezia. Il focus sarà la mappatura ambientale del Granchio Blu, per monitorare e gestire l'invasione della specie attraverso dati scientifici e un piano di contenimento integrato.
L’assessore regionale alla Pesca, Cristiano Corazzari, ha sottolineato l’importanza della collaborazione tra enti di ricerca e istituzioni locali. "Questo progetto segna una svolta nella gestione dell’emergenza. Solo unendo forze e competenze scientifiche possiamo fronteggiare efficacemente la proliferazione del Granchio Blu", ha dichiarato durante l'incontro di Mestre che ha visto la partecipazione del commissario straordinario all’emergenza, Enrico Caterino.
Nel 2023 e nel 2024, le operazioni di cattura nelle lagune venete hanno portato alla rimozione rispettivamente di 1.000 e 1.900 tonnellate di granchi, ma il problema persiste, con la specie che continua a diffondersi soprattutto nelle aree lagunari salmastre e lungo le coste basse. Questo, come ha spiegato Corazzari, rende particolarmente difficile il contenimento, anche a causa della straordinaria adattabilità della specie alle diverse condizioni ambientali.
I due nuovi progetti sono il frutto di un impegno costante da parte della Regione, che fin dall’inizio dell’emergenza ha chiesto l’attivazione di misure straordinarie, come la dichiarazione dello stato di calamità e la creazione di un piano di gestione nazionale. "Un metodo di lavoro collaborativo e integrato con le istituzioni locali, le imprese e le organizzazioni di categoria si è rivelato fondamentale", ha aggiunto l’assessore, esprimendo soddisfazione per il tavolo tecnico di ascolto istituito per il contrasto alla specie.
Inoltre, i progetti saranno supportati dalla Fondazione CARIPARO, che ha finanziato con un contributo importante la parte del monitoraggio, dimostrando un impegno concreto nella tutela del territorio e delle sue risorse naturali.
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